Perché sono in Cina

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di Pino Arlacchi

Pechino, 25 ott.2009

Sono in Cina fino a giovedì prossimo per un evento alquanto significativo, che indica davvero “lo spirito del tempo”, se vogliamo volare alto con le parole, oppure, “l’ aria che tira” per chi preferisce le quote più basse. Sono qui per fondare una nuova associazione internazionale, che si occuperà di criminalità e di giustizia penale, e che nasce per iniziativa dell’ Università di Pechino. L’ evento esprime i nuovi tempi perché fino a pochi anni fa era quasi impensabile che gli intellettuali cinesi uscissero dai confini della loro storica “timidezza” e senso di inferiorità verso noi occidentali prendendo loro l’ iniziativa in campo internazionale, invece di farsi trainare dai loro colleghi di altri paesi.

Il decano dei criminologi cinesi, il prof. Bingsong, ha promosso la costituzione di una Fondazione che si chiama “International Forum on Crime and Criminal Law in the Global Era” (IFCCLGE, come la chiamano i cinesi, che hanno la stessa passione per gli acronimi nutrita dagli anglosassoni). Di essa facciamo parte studiosi di 10 paesi o giurisdizioni sub-nazionali (Cina, Cina-Taiwan, Cina-Hong Kong, USA, Giappone, Germania, Italia, Russia, Francia, Spagna). Ciascuno di noi è Direttore Generale della Fondazione e dovrà organizzare una delegazione nazionale che parteciperà agli incontri periodici  - annuali e non – che si terranno almeno fino al 2019. In questi meeting si discuterà non solo di temi generali ma si presenteranno i risultati delle ricerche che la Fondazione stessa promuoverà e finanzierà via via.

L’impronta di un organismo come questo sarà, ovviamente, di tipo empirico, globalista e “policy-oriented”. Si parlerà soprattutto di crimine organizzato, terrorismo, corruzione e traffici illeciti vari. Il primo Forum, quello di questi giorni, avrà come tema quello dei “Trends of Organized Crime and Criminalization within the Scope of the United Nations Convention against Transnational Organized Crime”. L’ argomento mi è molto congeniale, come immagineranno quelli che mi conoscono, perché si tratta di fare un bilancio, 9 anni dopo la sua nascita, di uno dei maggiori risultati del mio lavoro all’ ONU. Una valutazione degli effetti del Trattato mondiale contro le mafie firmato a Palermo nel 2000 da 123 paesi ed oggi pienamente in vigore.

Al ritorno dalla Cina, lavorerò per costituire la delegazione italiana della Fondazione, che ha già un suo sito web in inglese (e cinese, naturalmente), http://www.ifcclge.com/en/.

 

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