Terra, 5 ott.2010
di Vincenzo Mulè
SCENARI. Il giorno dopo l’allarme lanciato dagli Usa, l’intelligence europea non nasconde la propria irritazione. Per la Gran Bretagna, il dossier «non ha nulla di nuovo». Francia, Germania e Italia minimizzano.
ll giorno dopo è quello della riflessione. Deve essere così anche per i reparti di intelligence europei. Che a ventiquattro ore dall’allarme lanciato dai colleghi statunitensi su possibili attentati in Europa, non nascondono il loro disappunto. Il piano di Al Qaeda per attaccare l’Europa «in stile Mumbai» non contiene «nuove informazioni». Lo conferma il quotidiano inglese Guardian, che cita diversi funzionari di intelligence, sicurezza e anti-terrorismo, coperti però dall’anonimato. I quali, inoltre affermano che il piano che sarebbe stato ordito personalmente da Osama bin Laden è «mal definito».
Le informazioni sul complotto terroristico, scrive ancora il giornale, sarebbero state apprese da Ahmad Siddiqui, il tedesco detenuto nella base di Bagram, in Afghanistan, e da un «informatore algerino». I funzionari del controspionaggio britannico minimizzano inoltre il legame tra il complotto e l’incremento negli attacchi dei droni Usa in Pakistan. Anche dalla Francia, secondo gli Usa uno dei Paesi più a rischio assieme a Gran Bretagna, Germania e Danimarca, si tende a minimizzare l’allarme. Secondo uno 007 di Parigi, infatti, «la minaccia è alta da inizio settembre, ma i servizi non dispongono di nuove informazioni dopo quella data». Stesso comportamento da parte della Germania, che ha innalzato il livello di allarme contro il terrorismo in seguito alle notizie di fonte americana di possibili attentati a Berlino.
Un portavoce del ministero degli Interni ha detto che al momento non vi è ragione per alzare il livello di allarme, aggiungendo che ogni minaccia viene presa «molto sul serio» e «seguita con la necessaria intensità». Per quanto riguarda l’Italia, il governo sostiene che l’allerta resta elevata anche nel nostro Paese, per il quale non ci sono «obiettivi specifici» né «allarmi speciali», come hanno specificato in due distite occasioni sia il ministro degli Interni Roberto Maroni sia il suo collega agli Esteri Franco Frattini.
Funzionari Usa hanno spiegato che la decisione di diffondere l’allarme si basa sulla somma di alcune informazioni, piuttosto che su una nuova rivelazione specifica. Ancora dagli Usa, intanto, la Cnn rilancia nuove rivelazioni da fonti intelligence che confermerebbero il ruolo della «cellula di Amburgo» nel piano per lanciare attacchi in Europa, in particolare di Naamen Meziche, un amico di Mohammed Atta, principale organizzatore ed esecutore degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Sul complotto sono pochi i dettagli noti. Ma sembrerebbe quel tipo di piano che per le autorità occidentali rappresenta il pericolo più significativo: l’uso di cosiddetti militari “self- radicalised”, che hanno passaporto occidentale e possono viaggiare all’estero con estrema facilità.
Per Pino Arlacchi, europarlamentare ALDE, ex-Direttore Generale dell’Ufficio Onu di Vienna con compiti di contrasto del terrorismo internazionale, «dall’ 11 settembre in poi si è aperta una spaccatura tra la strategia Usa e quella europea di lotta al terrorismo. La divergenza è rimasta sotto traccia finora, ma è iniziata a emergere in questi giorni con gli allarmi sugli imminenti attentati in Europa lanciati dagli USA e non condivisi dalle maggiori agenzie europee dell’intelligence, a cominciare dai servizi inglesi.
I servizi segreti tedeschi, inglesi e italiani – continua Arlacchi - non hanno confermato gli scenari apocalittici prefigurati dalle controparti americane. Poiché alcuni servizi europei hanno in mano le stesse informazioni degli americani – conclude l’europarlamentare - è evidente che sono questi ultimi ad avere “gonfiato”, ancora una volta, il pallone della paura collettiva, presagendo attentati stile Mumbai 2008 in Europa». Arlacchi presenterà assieme ad altri colleghi una interrogazione scritta alla Commissione Europea sul tema degli allarmi antiterrorismo esagerati, inutili o falsi.