La relazione sulla "nuova strategia" che sarà discussa all'Europarlamento
La Repubblica, 10 ott. 2010
di Vincenzo Nigro
"Ostacoliamo racket e trafficanti ecco perché i Taliban ci attaccano"
SONO i boss della droga, sono i signori della guerra che vivono con le estorsioni alla catena logistica delle truppe Usa-Nato, sono i generali corrotti di polizia ed esercito afgano la vera spiegazione degli attacchi come quelli di ieri contro gli italiani. La catena logistica Nato paga tangenti a Taliban e signori della guerra; e allora la "mafia dei convogli" attacca un Esercito come quello italiano se non paga, e organizza e scorta da solo il suo convoglio.
«La pura esigenza militare dei Taliban è solo una componente, spesso perfino limitata, rispetto agli interessi giganteschi che muovono milizie e gruppi armati afgani, che li rendono così spavaldi nell'attaccare un convoglio di un esercito occidentale», dice Pino Arlacchi, parlamentare europeo e relatore della "Nuova Strategia Ue per l'Afghanistan" che da mercoledì verrà discussa dall'Europarlamento. Il rapporto arriva dopo 6 mesi di viaggi, incontri e riunioni in Afghanistan ed Europa, è un'analisi dettagliata e spietata.
Il primo elemento di allarme che verrà sottolineato dall'Europarlamento, è il traffico di droga: «Tra il 2001 e il 2009 la comunità internazionale ha stanziato 1,62 miliardi di dollari per attività anti-droga senza avere nessun impatto significativo su produzione e traffico di stupefacenti. I dati dell'ufficio Onu Unodc indicano che 242.000 famiglie (3,4 milioni di persone, il 6,4% della popolazione) sono coinvolte in questo traffico». Ma la rete dei trafficanti di droga si intreccia con un business sempre più assurdo, il racket che vive sui rifornimenti Nato. «La decisione di porre la catena di approvvigionamento militare americano in mano a privati alimenta estorsione e corruzione, in quanto i signori della guerra, i boss della mafia locale e i comandanti dei Taliban finiscono per impossessarsi di una quota significativa dei 2,2-3 miliardi di dollari della logistica militare». Le tangenti che girano intorno ai rifornimenti «iniziano a superare i proventi che derivano ai Taliban dal traffico della droga, che l'Onu ha calcolato nel 15% del loro bilancio di guerra». La Relazione dell'Europarlamento analizza quattro macroaree di problemi per la missione in Afghanistan: nel capitolo "Processo di pace" si scrive nero su bianco che «gran parte della responsabilità per l'attuale impasse in Afghanistan sia da imputare a iniziali errori di calcolo delle forze della coalizione, che credevano in una rapida vittoria militare sui Taliban». Oggi per l'Europarlamento «l'unica soluzione è di natura politica, e i negoziati con i taliban - che dovrebbero svolgersi sullo sfondo di un cessate il fuoco - sono al centro di questo processo». Questa conclusione conferma politicamente una ammissione di impotenza dell'Occidente a vincere la guerra che ormai è evidente da mesi: il rapporto all'Europarlamento nell'affrontare un altro tema centrale della questione afgana (la formazione delle forze di polizia) offre dati che spiegano come si arrivi a questa ammissione di impotenza. «Il Parlamento europeo apprende da fonti Isaf che dei 94.000 poliziotti afgani quasi il 90% è analfabeta, il 20% è tossicodipendente e oltre il 30% scompare dopo un anno dall'arruolamento, senza contare i circa 1.000 poliziotti uccisi ogni anno in servizio». Come dire, costruire una polizia a cui trasferire molto presto la responsabilità del paese è impossibile. Per il Parlamento europeo gli sforzi internazionali rischiano di essere compromessi per scelte come «l'approccio "fast track" dei contractors privati Usa: selezione inadeguata delle reclute, sei settimane di formazione senza libri di testo a causa dell'analfabetismo, formazione minima sul campo, ma comunque tesserino, pistola e divisa vengono consegnati loro dopo sole 6 settimane». Poliziotti che non sapranno fare i poliziotti, e magari venderanno divise e pistole ai "signori della guerra" che attaccano i convogli.