(AGI) - Bruxelles, 23 giu. 2010
Lo scontro tra il generale Stanley McChystal e l'amministrazione Obama e' una sostanziale "ammissione" che la guerra in Afghanistan e' stata persa". Il capo delle truppe americane nel paese asiatico, spiega all'AGI Pino Arlacchi, relatore per il Parlamento Europeo sull'Afghanistan, sembra aver preso atto che "la strategia civile-militare, che contemplava la sconfitta dei talebani risparmiando vittime civili e la costruzione dello Stato da parte del governo afghano. I due obiettivi sono falliti; i talebani sono ancora li' e il governo afghano non ha soldi per investire".
Reduce da una visita in Afghanistan e da una serie di colloqui anche con i comandi americani, Arlacchi sottolinea che "il grande problema di McChrystal e' stata l'impossibilita' di far passare tra le truppe il messaggio di una guerra condotta risparmiando i civili.". La nuova strategia, spiega, "avrebbe comportato uno stravolgimento del ruolo delle forze speciali".
McCrhystal ha confermato le frasi pronunciate e la sua intervista "e' sembrata fatta apposta per uscire di scena". Resta il tema dell'uscita dalla Afghanistan, sia per gli americani che per il resto delle truppe occidentali. "Quel che serve e' una trattativa di pace, e non solo con i talebani moderati, che sono i manovali della guerriglia e non i capi", insiste Arlacchi, che conclude: "Anche le statistiche lo confermano: nel 93% delle guerre se ne usciti con soluzioni negoziate; solo il 7% e' stato chiuso per via militare". (AGI) Fab