NuovaCosenza.com, 14 sett. 2012
"Questo non é un convegno sul porto ma un incontro che mette insieme tutti gli attori protagonisti, istituzionali e privati, che lavorano sul porto. E' un incontro democratico per dar conto delle problematiche del porto e per cercare di trovare soluzioni per il suo futuro". Lo ha detto l'europarlamentare del Pd Pino Arlacchi aprendo i lavori degli stati generali del porto di Gioia Tauro promossa da lui in collaborazione con le amministrazioni comunali di Gioia Tauro e San Ferdinando. La prima sessione dei lavori è stata incentrata sul tema "Il porto di Gioia Tauro nel contesto globale, nazionale e regionale". Arlacchi ha stigmatizzato alcuni titoli che ha definito "masochisti" sul porto utilizzati dai media, "il porto della mafia" o "della cocaina", sottolineando che "lo scalo calabrese non è un porto perduto nelle mani della 'ndrangheta, ma che qui esistono condizioni di security che danno garanzia di legalita'". L'europarlamentare ha anche denunciato l'assenza del governo nazionale che "si è dimostrato insensibile verso un suo stesso importante investimento. I nostri tentativi di coinvolgere il governo non sono andati a buon fine e ciò dimostra che c'é una insensibilità verso il Mezzogiorno e la Calabria. Se Gioia Tauro non entra nella contrattazione tra l'Italia e gli altri Paesi non si va da nessuna parte. La vera sfida dello sviluppo è lo sviluppo del retroporto e la sua crescita non è in concorrenza con gli altri scali del sud Italia".
Il presidente dell'autorità portuale, Giovanni Grimaldi, ha ricordato gli aumenti dei volumi che ha registrato lo scalo gioiese negli ultimi sei mesi che "fanno ben sperare per il futuro". Grimaldi poi si è soffermato sulla legge di riforma dei porti, sull'autonomia finanziaria e sulle procedure di snellimento dei piani regolatori portuali. Il direttore della pianificazione strategica di Rfi, Alessandro Andrei, ha illustrato gli obiettivi strategici della società volti ad efficientare le interconnessioni con i porti e gli interporti: "Gioia Tauro oltre al collegamento tirrenico verrà collegato con la tratta adriatica e quindi con i corridoi strategici del trasporto merci e su questa tratta Rfi è impegnata ad infrastrutturare anche con fondi che vengono dall'Apq Regione, Governo e Comunità europea, quei tratti che necessitano di interventi migliorativi. Gioia Tauro - ha proseguito - ha comunque un piazzale di carico-scarico che sarebbe già sufficiente per movimentare fino a 500 mila teus all'anno sui treni. Oggi la situazione del traffico ferroviario é quasi nullo visto che si riesce a fare appena un treno alla settimana". Il direttore planning di Contship Italia Nereo Marcucci ha descritto lo scenario nel lungo e medio periodo del settore del transhipment italiano e del Mediterraneo. Marcucci ha invitato il Governo ad "avere la capacità di provvedere e prevenire per evitare casi di crisi gravissime come quello dell'Alcoa, della Tirrena, del trasporto pubblico locale. Se non si riesce a dare un futuro a Gioia Tauro si fallirà tutti. Il vero problema però è che la politica deve guardare con maggiore attenzione a questo settore per evitare ulteriori momenti di crisi. Bisogna che si percepisca Gioia Tauro come una risorsa del Paese, come un simbolo sistemico del bacino del Mediterraneo". Gli amministratori delegati di Medcenter e di Ico-Blg, Domenico Bagalà e Francesco De Bonis, hanno descritto lo stato attuale delle due aziende nel contesto più generale del sistema dei trasporti marittimi. Nel pomeriggio la seconda sessione di questa prima giornata che avrà come tema: "Il porto di Gioia Tauro come leva dello sviluppo regionale".