Arlacchi risponde al Sig. Branca

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7 luglio 2009

di Pino Arlacchi

Non conoscevo il suo sito, ma mi è stato detto che ha buona reputazione e diffusione, ed è per questo che le scrivo invece di ignorarla. Il suo articolo sul sottoscritto - “Dopo una vita trascorsa tra cattedre universitarie ed auto blu il prof. Arlacchi finisce dietro la lavagna”- contiene molta disinformazione e malevolenza, ed intendo perciò precisare i seguenti fatti:

 

 

a) Solo chi sceglie di ignorare informazioni accessibili a tutti può scrivere che ho passato la vita tra cattedre universitarie ed auto blu. Le uniche auto pubbliche sulle quali sono salito sono state le vetture blindate che hanno protetto per 13 anni la mia vita e quella dei miei familiari dalla malevolenza delle mafie di vario colore che ho combattuto e che continuo a contrastare. Sono professore ordinario dal 1994 ed ho insegnato nelle migliori università del mondo. Le stesse che continuano ad invitarmi ed i cui centri di ricerca continuano a pubblicare i miei studi sulla sicurezza umana. Alcuni dei miei 13 volumi continuano ad essere tradotti nelle lingue più svariate perché non ho mai cessato di riflettere scientificamente su ciò che faccio e sui mali che combatto. Ho costruito la mia reputazione con le mie sole forze, dato anche il luogo non particolarmente privilegiato dal quale sono partito: la Marina di Gioia Tauro, dove ho vissuto fino a 18 anni. Bastava una visita di 5 minuti al mio sito, www.pinoarlacchi.it, per rendersi conto dei prezzi che ho pagato per il mio impegno di una vita al servizio della giustizia. Molti miei elettori questa visita l’ hanno fatta, e questo mi basta, perché non pretendo di piacere a tutti.

b) Dopo avere scaldato qualche sedia ai vertici dell’ ONU e in Afghanistan, Colombia, Myanmar e posticini simili, sono stato consulente di alcuni governi, e sempre a titolo gratuito perché si trattava di paesi poveri o in via di sviluppo. Paesi come la Repubblica Popolare della Cina che mi ha chiesto di elaborare, assieme ad altri 3 esperti, il piano sicurezza delle Olimpiadi dell’ anno scorso.

c) Sono stato investito ad un certo punto dall’ onore di diventare esperto della Giunta Regionale Antimafia della Calabria. E confesso pure di avere operato in loco dal 2006 al 2008, ma per una cifra molto inferiore ai 37mila euro lordi che mi vengono imputati come se fossero il prodotto di una malversazione. Questa cifra è servita a coprire poco più delle spese di soggiorno e di viaggio per la Calabria, dato che vivo a Roma e dato che buona parte di essa non mi è mai stata pagata. Come esperto della Consulta ho messo in piedi un team di giovani ricercatori che hanno prodotto il primo rapporto sulla sicurezza della Calabria, e sono stato alla guida di un gruppo di lavoro sull’ incentivazione dell’ imprenditorialità legale, del quale hanno fatto parte tra gli altri i Procuratori nazionali antimafia Enzo Macrì ed Emilio Le Donne. Questo gruppo ha proposto di creare uno strumento forte di controllo della legalità di ogni finanziamento dell’ Unione Europea erogato dalla Regione. Dopo la bocciatura di tale proposta, e in seguito ai miei impegni con la Cina ed alle dimissioni dei due magistrati, mi sono dimesso dall’ incarico nel luglio 2008.

d) Non esiste alcuna spaccatura né rissa all’ interno di Italia dei Valori calabrese. Il giudizio sulla giunta Loiero è condiviso praticamente da tutti, ed abbiamo una grande voglia di voltare pagina, assieme ai nostri elettori che ci hanno affidato proprio questo mandato. Una corretta informazione dovrebbe partire dalle cose serie, e cioè da qui. Dai problemi della nostra regione che si accumulano come mucchi di spazzatura dalla cima dei quali pontifica un ceto politico che ha fallito ogni prova possibile.

 

Solo una nota a margine: lo spessore dell'uomo e del cattedratico non sono mai stati posti in discussione ed i fondi percepiti dalla Regione Calabria sono più che legittimi. A parer nostro entrambi gli aspetti, unitamente alla rissa generatasi all'interno di Idv ed alla sconfessione dello stesso Loiero, integrano, però, piena incoerenza politica. Rigettiamo in toto, infine, ogni accusa - rilasciata all'Ansa nella giornata di domenica e curiosamente nemmeno sfiorata nella replica del prof. - di falsità nella diffusione delle notizie rivolta ai media calabresi e sottolineiamo, ancora, a dispetto di quanto scritto dal prof. Arlacchi, che all'interno di Idv Calabria è in corso una lite furibonda della quale si sarebbe dovuto discutere, non senza imbarazzo, ieri a Roma alla presenza di Di Pietro e rispetto alla qual cosa, a distanza di 24 ore, si ode un silenzio assordante.

Questo il nostro punto di vista (g.b.)

 

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