Arlacchi: "“Dopo Pompei rischio commissariamento internazionale patrimonio culturale dell’Italia”

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Bruxelles, 8 nov. 2010

«Il ministro Bondi non si assume alcuna responsabilità del disastro di Pompei dell’altro giorno, e non si rende conto che Pompei, come Venezia, Firenze, Roma e i capolavori artistici dell’Italia non sono nostre proprietà ma patrimonio dell’umanità, nel senso che appartengono ai cittadini del pianeta, i quali hanno il diritto-dovere di proteggerli», dichiara in una nota Pino Arlacchi, europarlamentare PD e promotore del progetto “Magna Grecia” per la valorizzazione dell’eredità greca nel Mezzogiorno.
«Andando di questo passo, e con i nuovi crolli preannunciati dallo stesso Bondi, ci troveremo di fronte al ritiro della delega assegnata all’ Italia dalla comunità internazionale per la tutela di beni non riproducibili, ed essenziali per la conservazione della storia, della cultura e dell’identità stessa del genere umano. L’Unione Europea, l’Unesco, o le Nazioni Unite finiranno per pretendere di gestire direttamente i tesori che si trovano sul nostro territorio», continua Arlacchi.

«D’altra parte, entità come le nostre città d’arte e l’intero museo all’aperto costituito dal Bel Paese non sono il semplice prodotto del genio italico, ma il risultato di un’interazione plurimillenaria con l’Oriente e con il mondo arabo, avvenuta attraverso commerci e conquiste. Roma, Venezia e mille altre tesori non esisterebbero senza l’interazione con sistemi-mondo complessi. Il nostro patrimonio artistico e la stessa civiltà italiana sono la sintesi di mille influenze e di mille storie. Sono letteralmente e non metaforicamente patrimonio dell’ umanità, che le ha costruite, e che di fronte al perdurare dell’incuria italiana può decidere di gestirseli da sé», conclude Arlacchi.
 

 

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