Arlacchi: "la criminalità organizzata globale è "tre volte" piu' pericolosa del terrorismo internazionale

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(AGI) - Roma, 11 set. 2010

La criminalita' organizzata globale è '"tre volte" più pericolosa del terrorismo internazionale. La riflessione, controcorrente sul piano mediatico e nel giorno dell'anniversario dell'attacco alle Torri Gemelle, arriva da Pino Arlacchi, europarlamentare, esperto di sicurezza e relatore a Strasburgo del Rapporti sulla strategia europea per l'Afghanistan.

La sua riflessione parte dall'ultimo allarme con cui Roberto Maroni ha esortato a tenere alta la guardia contro "nuove azioni terroristiche".

Quello del ministro dell'Interno, afferma, "è una di quelle frasi ormai logore che abbiamo udito a partire dall'11 settembre in poi". Al netto degli allarmi, aggiunge, "sul tema terrorismo siamo in piena deflazione di interesse, ed esagerazione e isteria sono completamente scomparsi anche negli Stati Uniti, dove la cerimonia per l'11 settembre è sempre più sottotono". Il ragionamento che Arlacchi propone è quello ribadito nel libro che scrisse due anni fa per il Saggiatore, "L'inganno e
la paura". E per rendere più concreto il suo ragionamento fa riferimento
alle vittime e al numero di attentati negli ultimi dieci anni: "C'è un trend di diminuzione che non si è mai fermato, in tutto si tratta di 200 attentati l'anno e di altrettante vittime, se naturalmente si escludono i Paesi in guerra". Il problema, spiega con lo sguardo rivolto all'oscuro pastore protestante americano che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, è tutto mediatico. "Il partito della paura, forte politicamente ed economicamente negli Stati Uniti ma meno in Europa, punta da tempo sull'enfasi e l'esagerazione. La misura radicale contro il terrorismo, in realtà, è a costo zero: dare agli attentati lo spazio mediatico proporzionale al numero di vittime causate". Numeri ben diversi, sono quelli che riguardano la criminalità organizzata globale. "Al Qaeda ha un potere economico ridotto, i boss della droga, invece, muovono miliardi di dollari e, se vogliamo dare uno sguardo al numero di vittime, basta volgere l'attezione verso il Messico di oggi".
 

 

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