di Pino Arlacchi
22 ottobre 2017
<< Se Kim dovesse morire all’improvviso - ha dichiarato due giorni fa il direttore della CIA - non chiedetemi un commento, visto la storia della Cia non intendo parlarne, non sarebbe utile >>.
I media occidentali hanno riportato questa dichiarazione senza commentarla, o al massimo hanno fatto dell' ironia sui tentativi della CIA di uccidere Fidel Castro. Qualcuno ha richiamato la morte di Salvador Allende e Che Guevara, ma solo per sottolineare che si tratta di una minaccia credibile.
Il problema è che questa dichiarazione ricade nell' ambito della propaganda e della minaccia terroristica.
Ma siccome evocherebbe il terrorismo di stato, essa non è sanzionabile dalle convenzioni internazionali e dalle leggi antiterrorismo interne ai singoli paesi membri dell' ONU.
Queste si applicano solo ad entità non statali. Se il terrorismo è praticato dai "privati" è punibile, ma se lo fanno gli stati rientra nelle prerogative della sovranità.
E' l' imbarazzo a riconoscere il terrorismo di stato che ha finora impedito di firmare una Convenzione quadro contro il terrorismo.
Se il capo di un organo statale effettua una minaccia terroristica contro un'autorità estera, allora, ci si può aspettare che questa reagisca in modo simmetrico. A spese del diritto e della sicurezza internazionali.
Terrorismo richiama terrorismo.
Riflettete su cosa sarebbe accaduto se questa dichiarazione fosse stata fatta dal dirigente di un "rogue state" e non da chi crede di essere la polizia imperiale.
E pensate a quanti nuovi terroristi vengono creati da questo modo di pensare e dalle sue estensioni in politica estera.