Il Quotidiano, 7 set.2010
di Adriano Mollo
COSENZA– Pino Arlacchi, europarlamentare di Idv, sociologo, originario di Gioia Tauro, rompe con Di Pietro. Si è autosospeso dal partito in aperto dissenso con quanto è accaduto a Torino la scorsa settimana. Quella contestazione al Presidente del Senato Renato Schifani da parte dei grillini e del “popolo viola” è troppo.
«Anziché essere un partito di popolo capace di parlare a tutti» Idv sta diventando un partito «antidemocratico» e, soprattutto, utilizza l’antimafia in modo “primitivo e inaccettabile”.
Antonio Di Pietro ha definito i contestatori «difensori della legalità», per Arlacchi «non si può giustificare in alcun modo un’azione di violenza politica e di intimidazione messa in atto in una manifestazione pubblica nei confronti di una persona che può anche non piacere, e a me Schifani non piace, ma che ha il diritto di iscriversi e di parlare. Nessuno – aggiunge – può definire un altro mafioso se non ci sono prove certe e sentenze emesse da organismi di Stato».
Arlacchi spiega che l’antimafia negli anni ’90 è diventata «un movimento di massa che ha trasformato la cultura della Sicilia e della Calabria e di tutta l’Italia del sud». «Però – puntualizza – c’è stato sempre un filo conduttore: la democrazia e la non violenza. Questo sta nel dna dell’antimafia e non si può consentire a chiunque di sporcare questo patrimonio». «Fino a quando Di Pietro non cambierà linea e strategia e soprattutto – puntualizza – fino a che non rinsavirà starò fuori perché non si possono inseguire i movimenti e le posizioni più estreme che fanno a pugni con la storia di Idv e della legalità». Arlacchi evidenzia anche la poca democrazia che c’è nel partito. Quando gli facciamo notare che c’è l’area che fa riferimento a De Magistris obietta: «In Idv esiste solo un potere e un punto di riferimento che è Antonio Di Pietro. La linea di De Magistris è un’invenzione di voi giornalisti, non è mai esistita una linea alternativa a quella di Di Pietro che si è espressa in modo visibile, con mozioni congressuali». Ma una posizione alternativa a quella di Di Pietro Arlacchi la auspica: «Sarei stato contento di creare all’interno di Idv una diversificazione, rispetto alle uniche decisioni riconosciute all’interno del partito che sono quelle di Di Pietro». La nascita di un nuovo partito di centro e gli altri movimenti li guarda con distacco. «Il mio profilo è chiaro, sono un uomo di sinistra. Non partecipo al gioco degli schieramenti». Crede all’alleanza tra Idv e Partito democratico. «È fondamentale» dice e prova a sbilanciarsi: «non ha senso l’esistenza stessa di Idv, dovrebbe confluire dentro il Pd».
Poi Arlacchi parla del caso Reggio. «Sono contento che a Reggio le istituzioni si muovano bene contro la ‘ndrangheta. Finalmente dopo anni di scarso impegno abbiamo un sistema della magistratura e degli apparati investigativi che stanno ottenendo degli ottimi risultati nella lotta contro le cosche». L’europarlamentare parla anche della Regione: «Sono contento nel vedere che l’esordio del presidente Scopelliti sia incoraggiante e positivo con la pulizia e la razionalizzazione della sanità che lui sta avviando, dove si scontra con decenni di lassismo e corruzione. Razionalizzare la sanità in Calabria vuol dire colpire interessi mafiosi e para-mafiosi, certe volte peggiori della stessa ‘ndrangheta e se Scopelliti si muove in questa direzione con coraggio e determinazione è un fatto inedito e incoraggiante. Preferisco vedere questi segni nella mia regione».