5 dicembre 2013
Le due anime di Mandela
l'Unità, 16 dic. 2013
di Pino Arlacchi
Ho conosciuto Nelson Mandela e l’ho incontrato più volte anche in privato. Ci sono tre cose di lui che hanno lasciato un’impronta indelebile in me stesso.
La prima è il suo carisma personale, nel senso di Max Weber. Quel dono soprannaturale, enigmatico, posseduto solo dai leader supremi. La sua presenza si avvertiva subito intorno a lui, e sono pochi quelli che lo hanno conosciuto di persona a non esserne rimasti colpiti. Mandela era un capo naturale, e non a caso era re e figlio di un re tribale. I suoi modi erano regali. Esprimevano una generosità e grandiosità semplicemente sconfinate, avvolte in una semplicità d’approccio che disarmava tutti. Amici e nemici.
Durante il mio mandato all’ONU, tra il 1997 e il 2002, ho incontrato quasi tutti i grandi della terra, ma solo due di essi mi hanno fatto sentire qualcosa di strano nella vicinanza fisica alla loro persona. Nelson Mandela e Papa Giovanni Paolo II.
Il carisma di Mandela non era quello di un capo politico e militare. Era quello di un profeta, di un leader religioso laico in grado di trascinare a farsi obbedire in virtù della fede nelle sue qualità personali. Fu ciò che mi venne in mente nel 1999, durante una serata trascorsa a Johannesburg con i suoi compagni di battaglia diventati ministri del primo governo dopo l’ apartheid. Gente che era stata incarcerata, torturata, menomata. Gente che aveva visto figli, padri, madri, fratelli, massacrati dal fanatismo sadico dell’oligarchia bianca. E che venivano ora invitati da Nelson Mandela a “riconciliarsi” con i carnefici e non a vendicarsi, e neppure a chiedere giustizia.
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Il Quotidiano della Calabria, 21 dic. 2013
di Pino Arlacchi
Caro Direttore,
chi volesse toccare con mano il paradosso della povertà in mezzo alla ricchezza non dovrebbe fare altro che trascorrere qualche tempo nella estrema punta italica, dalle parti di Melito Porto Salvo, undicimila abitanti, il comune più a Sud della Calabria. Comune povero, reddito pro-capite metà del valore nazionale, sciolto per mafia, ma circondato da ricchezze di possibile grande rilievo.
La ricchezza del territorio intorno a Melito è potenziale, è vero, ma non è virtuale, intangibile. Basta volare un po’ alto, non vedere i dettagli, non soffermarsi troppo a pensare, per essere quasi sopraffatti dalla sua concretezza. Parliamo di un microclima straordinario, dolcissimo, generato dalla protezione che l’ Aspromonte assicura dai venti dello Stretto di Messina, che consente la produzione del prezioso bergamotto. C’è poi un paesaggio spettacolare, con la grande montagna dietro le spalle e la Sicilia e l’ Etna proprio di fronte. Cui bisogna aggiungere uno Jonio “colore del vino”, limpidissimo, evocativo, tenuto sempre giovane dalle correnti. Un mare dei Greci che basta osservare un po’ per “sentirne” la centralità nella storia dell’Occidente. Accompagnato da una archeologia strepitosa e da un catalogo di beni culturali di prima grandezza.
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SALINE
L’eurodeputato con Gullì, Romeo e De Gaetano
Il Quotidiano della Calabria, 20 nov. 2013
INSIEME all’eurodeputato Pino Arlacchi per discutere dello sviluppo dell'area grecanica, delle sue attività, delle sue potenzialità e della programmazione comunitaria 2014-2020, che serva da rilancio del territorio. Questo il significato della due giorni del sociologo e politico nella terra della bassa Calabria. Arlacchi, calabrese originario di Gioia Tauro,
già presidente dell'associazione mondiale per lo studio della criminalità organizzata, è stato tra gli artefici della strategia antimafia italiana negli anni ‘90, nonché autore del progetto Dia. Durante i suoi incontri ha parlato del progetto “Magna Grecia” da lui già elaborato e redatto, è già alle valutazioni degli organi europei preposti e che mira a rilanciare l'intero territorio puntando ad un'importante azione di recupero, ripristino, e valorizzazione dei piccoli centri rurali e lo ha fat-
to parlando ai tanti amministratori ed ex amministratori dell'area che ha voluto incontrare.
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Il 14 novembre a Roma, il Presidente della Repubblica araba democratica saharawi Mohamed Abdelaziz e Mohamed Sidati, rappresentante del Fronte Polisario in Europa.
Disponibile a questo link il Documento finale della Conferenza
L'Europa e la comunità internazionale sostengano la causa del popolo saharawi e fermino il saccheggio delle risorse da parte del governo marocchino. L'appello del Presidente della Repubblica araba democratica Saharawi, Mohamed Abdelaziz arriva in occasione dell'incontro interparlamentare promosso alla Camera dei Deputati (Sala delle Colonne), dal senatore Stefano Vaccari con lo scopo di coordinare gli sforzi e promuovere il dialogo per una pace giusta nel Sahara occidentale."La posizione dell'Europa deve ispirarsi al rispetto della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e dei diritti dei popoli di disporre delle proprie risorse e ricchezze nazionali - ha detto il Presidente Abdelaziz - deplorando le ambizioni espansionistiche del governo marocchino e invitando quindi l'Europa a imporre sanzioni economiche che favoriscano il rispetto della legalità internazionale".
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Per i visitatori di questo sito pubblico la mia replica all'articolo apparso il 7 novembre scorso sul Corriere della Sera e la risposta di Milena Gabanelli, anch'essa pubblicata nella pagina degli esteri. Di seguito, una mia considerazione finale su questo scambio di opinioni.
La lettera di Pino Arlacchi
Corriere della Sera, 13 nov. 2013
Caro Direttore,
mi dispiace che una professionista seria come Milena Gabanelli abbia riportato sul Suo giornale una versione distorta delle elezioni presidenziali azere dello scorso mese, attribuendomi tra l'altro un ruolo che non mi appartiene. Sarebbe bastata una conversazione con il sottoscritto per chiarire meglio il tutto, evitando così di avanzare insinuazioni sulla mia integrità personale. Sono stato a capo della missione di osservazione elettorale del Parlamento Europeo, composta da 7 deputati di diversi partiti e paesi. Erano presenti a Baku altri 59 deputati appartenenti ad altre due missioni ufficiali, quella dell'Osce e quella del Consiglio d´Europa. L´osservazione a breve termine ha un mandato molto ristretto. Deve verificare il rispetto delle procedure, la segretezza del voto, la presenza di intimidazione o coercizione degli elettori, l'assenza di propaganda nei seggi, la regolarità degli scrutini e così via.
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Il Mattino, 9 nov. 2013
di Mariano Fellico
“La responsabilità per inquinamento da rifiuti tossici nell’area a nord di Napoli – ha chiosato l’europarlamentare Pino Arlacchi – è anche europea perché a essere versate sui territori oggi gravemente danneggiati sono state sostanze provenienti da tutta Europa. E’ quindi giusto che l’azione di bonifica e riparazione sia fatta propria dall’Unione europea”
“La frutta e la verdura non sono contaminate”. Lo ha affermato con fermezza il commissario alle Bonifiche Mario De Biase durante il convegno di ieri sera sull’annoso problema delle bonifiche del territorio e sull’inquinamento. Incontro organizzato da Giuliano Morlando dell’associazione BigBang SmartSud – Ecomafie. Con lui erano presenti l’europarlamentare Pino Arlacchi, la deputata del Pd Giovanna Palma, i consiglieri regionali Raffaele Topo e Antonio Amato, il pubblico ministero Luca Musto. Una sala gremita, quella dell’istituto dei Fratelli Maristi di Giugliano, dagli esponenti dei comitati ambientalisti e da semplici cittadini che hanno più volte criticato l’attuazione delle bonifiche. “Ci sono 2000 ettari di terreno agricolo inquinato – ha sottolineato De Biase – e il nostro operato è iniziato sotto traccia nel 2010 e per due anni abbiamo effettuato i controlli. Per evitare il possibile disastro ambientale nel 2064 con il percolato che va nelle falde acquifere bisogna capire prima come agire. Su 220 pozzi controllati 96 sono risultati tutti altamente contaminati da sostanze cancerogene”. Sulla frutta e gli ortaggi è stato chiaro: “Strano che non siano stati effettuati controlli in passato, controlli scientifici che mi risulta non siano mai stati effettuati non solo a Giugliano ma sull’intero territorio nazionale. Le analisi effettuate dall’Istituto Superiore della Sanità sulla frutta e sugli ortaggi ha escluso la presenza di contaminazioni”.
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l'Unità, 10 novembre 2013
L'analisi di Pino Arlacchi
Un nuovo pentito ha dichiarato che nel 1992 Cosa Nostra aveva deciso di uccidere anche Claudio Martelli e Giulio Andreotti. Si tratta di una non notizia perché il fatto è noto non solo agli esperti, ma anche al largo pubblico. Ma c'è chi l'ha riciclata senza battere ciglio e sotto il titolo di "trattativa Stato-mafia".
È lo stesso pentito, invece, a dire che la trattativa non è mai esistita perché c'è stato qualcosa di molto più grave: la collusione costante e profonda tra un pezzo delle istituzioni e la mafia siciliana.
Gli anni della cosiddetta "trattativa" sono stati in realtà quelli dello scontro epocale, al calor bianco, tra la rete di protezione politica che aveva garantito impunità secolare a Cosa Nostra da un lato, e nuove forze della società civile e delle istituzioni della sicurezza emerse lungo gli anni 80, dall'altro.
La battaglia decisiva si è svolta nel biennio '92-'93, ma dentro di essa c'era anche una crudele resa dei conti tra Cosa Nostra e i suoi massimi protettori nella politica, nell'economia e nello Stato.
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Cotronei - Operazioni alla presenza dei carabinieri
Il plauso di Arlacchi è andato alle forze dell'ordine ed all’amministrazione comunale di Cotronei: «il sindaco Belcastro, in soli due anni, ha dimostrato con i fatti come sia possibile lavorare in maniera efficiente per tutelare i diritti dei cittadini».
Il Quotidiano della Calabria, 1 nov. 2013
di Filomena Guzzo
COTRONEI – Un recinto abusivo che racchiude quasi 500 metri quadrati, quello in cui pascolavano le cosiddette
“vacche sacre” che nei terreni circostanti hanno provocato, negli anni, continui danneggiamenti, è stato abbattuto in località Rivioti. La storica demolizione, disposta dal sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro, con una ordinanza del gennaio 2012, è stata attuata solo ieri mattina. Scortati dai carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro comandati dal ca-
pitano Claudio Martino ed alla presenza dei militari della Stazione di Cotronei, dei vigili urbani e degli agenti del
Corpo forestale dello Stato, sono stati gli operai di una ditta individuata tra quelle individuate dalla Prefettura
ad attuare la demolizione. La gara per affidare i lavori di abbattimento era andata deserta per due volte, ma poi grazie all'intervento della Prefettura di Crotone, in sede di coordinamento del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, la demolizione si è concretizzata e con essa il ripristino della legalità.
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A Bruxelles, il 13 ottobre, si è svolto il dibattito con sindaci e amministratori della Campania, organizzato da Pino Arlacchi e dal Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo.
«Vorremmo fare molto di più per le nostre comunità, ma da soli non ce la facciamo. Abbiamo bisogno di essere aiutati, guidati, ma soprattutto supportati per costruire il futuro del nostro territorio. Non è possibile vedere idee e progetti bloccati per colpa della burocrazia».
È l'appello lanciato da un gruppo di sindaci e amministratori campani invitati a Bruxelles dall'eurodeputato Pino Arlacchi.
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Il Quotidiano della Calabria, 12 ottobre 2013
REGGIO CALABRIA - I consiglieri regionali Sandro Principe, Antonio Scalzo e Demetrio Naccari Carlizzi hanno presentato un’interrogazione “per conoscere le intenzioni della Giunta in merito al “Progetto Magna Graecia”, la società partecipata Regione-Comuni costituita nel 2010 su iniziativa dell’europarlamentare Pd Pino Arlacchi e dell’attuale esecutivo regionale per la valorizzazione delle aree archeologiche site nel territorio regionale”.
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