Gentile Direttore, sto molto apprezzando la campagna aperta dal suo giornale sullo stato disastroso in cui versa l’area archeologica di Sibari. E sto anche notando la scarsa presenza, a tutt’oggi, della voce più autorevole in materia. Quella della Regione Calabria, nella persona, specialmente, del suo assessore alla cultura e del suo Presidente.
Ne comprendo le ragioni. Tacciono perché non sanno cosa dire. Dopo aver creato, assieme al sottoscritto ed a tutte le forze politiche regionali, lo strumento-chiave per risolvere il problema della mancata valorizzazione dell’ intera Magna Graecia calabra, e non solo di Sibari, lo hanno sabotato.
Mi riferisco alla società mista Regione-comuni denominata Progetto Magna Graecia, della quale sono stato Presidente fino a pochi giorni fa, creata nel 2011 con una legge regionale votata all’ unanimità. Progetto Magna Graecia avrebbe dovuto usare parte dei fondi europei gestiti dalla Regione e finalizzati proprio ad evitare che Sibari vada sott’acqua e tutto il resto in malora.
Le comunico con la presente la mia decisione di dimettermi dalla carica di Presidente della società “Progetto Magna Graecia”. Le vicende della società Le sono ben note, essendo state oggetto di due lettere inviateLe di recente, e rimaste senza risposta.
Poiché il 30 di questo mese è convocata una Assemblea dei soci avente per oggetto il futuro della società, ed essendo Sua prerogativa la nomina del Presidente della medesima, sarebbe opportuno procedere alla nomina del mio successore in tempo utile.
Se non ritiene di fare in tempo, La pregherei di farmelo sapere, in modo da poter posticipare la data dell’Assemblea.
REGGIO CALABRIA - I consiglieri regionali Sandro Principe, Antonio Scalzo e Demetrio Naccari Carlizzi hanno presentato un’interrogazione “per conoscere le intenzioni della Giunta in merito al “Progetto Magna Graecia”, la società partecipata Regione-Comuni costituita nel 2010 su iniziativa dell’europarlamentare Pd Pino Arlacchi e dell’attuale esecutivo regionale per la valorizzazione delle aree archeologiche site nel territorio regionale”.
18 set. 2013 - Pubblico per i visitatori di questo sito, la lettera indirizzata al Direttore del Quotidiano della Calabria del Signor Giovanni Palermo
Arlacchi e una risposta che non è mai arrivata
"DIRETTORE, a memoria di chi scrive, la Calabria non ha mai vissuto dei periodi floridi, sempre in emergenza, sempre polemiche feroci su disservizi, gestione clientelare, favoritismi e tutto il rosario che ben tutti conoscono; tuttavia si è sempre arrancato grazie a un sistema assistenziale che portava le famiglie ad avere sempre qualche prebenda su cui fare affidamento, oltre a una estrema tolleranza per il lavoro in nero che faceva storcere il naso a quegli analisti che dovevano registrare
redditi bassi che si contrapponevano a un tenore di vita nettamente superiore a quelle di regioni più opulente.
Ma da un decennio a questa parte, complice la crisi economica e il conseguente taglio dei finanziamenti, la Calabria sta andando alla deriva tanto da portare la giunta regionale ad annunciare il varo di un fondo per finanziare le famiglie in difficoltà.
Ora, nella speranza che questo non risulti un ennesimo annuncio a cui non far seguire fatti concreti, vorrei ritornare sul dibattito sorto all’indomani della mia lettera sulla società Magna Grecia; un progetto nato sotto buoni auspici e affidato a una persona di spessore che infatti non smentendosi ha inteso rispondere ammettendo il fallimento di quel progetto.
Confesso che, ingenuamente, avevo pensato che di fronte al j’accuse dell’onorevole Pino Arlacchi, che ritengo persona seria e perbene, la Calabria civile avrebbe mostrato un sussulto d’orgoglio facendo registrare prese di posizioni e stigmatizzazioni per una occasione perduta in un momento in cui anche un solo posto di lavoro sarebbe stato una boccata d’ossigeno; nulla, né da destra né da sinistra, tutti in silenzio e distratti; nessun politico, ma anche associazioni comitati sindacati, eccetera ha fatto registrare il benché minimo cenno di esistenza, un aplomb degno del più aristocratico dei lord inglesi, un assordante silenzio che stride con la situazione di emergenza sociale che si vive".
Metto a disposizione dei lettori di questo sito la mia lettera (pubblicata dal Quotidiano della Calabria, 13 sett. 2013), all'Assessore alla Cultura della Regione Calabria.
La risposta dell'assessore Caligiuri alla mia lettera al Presidente della Regione in cui riassumo i motivi della imminente messa in liquidazione della società "Progetto Magna Graecia" - nata per valorizzare il patrimonio archeologico regionale e ora in agonia - conferma in pieno quanto sostengo a proposito delle responsabilità sue personali e del governo regionale.
Caligiuri, inoltre, omette due circostanze fondamentali.
La prima è che l'azionista di maggioranza di "Magna Graecia" è la Regione Calabria stessa. La quale in un primo momento mi coinvolge in un progetto ambizioso di buongoverno, capace di far decollare buona parte dell'economia della Calabria attraverso la messa a frutto del suo maggiore tesoro, e poi mi nega i mezzi per farlo partire.
Occorre perciò una bella faccia di bronzo per affermare di aver riposto grandi speranze nella mia persona e nel mio ruolo di deputato europeo, e di essere rimasti delusi nel momento in cui si sono accorti che la mia unica strategia era quella di far affidamento sulle risorse della Regione invece che su quelle dei privati e dell'Unione Europea.
La lettera pubblicata dal Quotidiano della Calabria
Gentile Presidente,
ho tentato più volte di parlarLe nelle ultime settimane a proposito della situazione della società “Progetto Magna Graecia” di cui sono Presidente dalla fine del 2011, ma senza esito. Ho più volte interloquito con l’assessore Caligiuri e con il suo staff, ma Caligiuri mi ha regolarmente rimandatoa Lei, sostenendo di non avere alcuna autorità per trattare il tema e prendere le decisioni conseguenti.
Mi sono trovato così senza un interlocutore in grado di assumersi le dovute responsabilità a proposito di un progetto di valorizzazione della più importante risorsa della Calabria. Progetto che tante speranze aveva suscitato e si trova adesso avviato verso il quasi certo fallimento.
Progetto Magna Graecia, Arlacchi: "La Regione? Nemmeno un euro"
Intervista di Antonio Ricchio
Pino Arlacchi, lei è un eurodeputato calabrese. Che idea si è fatto della decisione assunta da governo e Commissione europea di istituire una task-force per sovraintendere alla spesa dei fondi comunitari destinati alla Calabria? Si potrebbe dire che l’inversione di rotta promessa dal centrodestra dopo la vittoria alle regionali del 2010 è rimasta solo un annuncio...
«È evidente che siamo in una situazione quasi disastrosa. Basti pensare che la Calabria riesce a spendere soltanto il 20% dei fondi che arrivano da Bruxelles rispetto a una media nazionale pari al 50%. Mancano i progetti e sono completamente assenti le Istituzioni, a cominciare dalle amministrazioni locali fino a quella regionale, senza escludere le università ed altri attori che potrebbero dare un contributo notevole. Nel Meridione, solo Puglia e Basilicata riescono a garantire una capacità di spesa quasi pari a quella delle regioni settentrionali. E nonostante tutto la Commissione europea ha deciso di riconfermare, anche per regioni come Calabria, Campania e Sicilia, la stessa cifra per la prossima programmazione, quella 2014-2020».
Si è conclusa con successo, qualche settimana fa, la prima trasferta di alcuni reperti archeologici calabresi.
Hanno viaggiato con tutte le precauzioni per migliaia di chilometri per poi essere esposte nella sala delle adunanze del Parlamento europeo. Un grande passato davanti a noi è il titolo dell'esposizione che si prefigge di dare voce e valorizzare la cultura e la storia calabrese, per testimoniare le radici profonde di questa terra dalle quali rintracciare le stesse radici dell'Europa intera.
Tra i reperti, tutte testimonianze della cultura Magno Greca di Calabria, che sono stati esposti dal 12 al 16 novembre scorso nella mostra c'erano: il maestoso Dioscuro di Locri, il Kourus di Reggio Calabria, la Testa del Filosofo , il Toro cozzante di Sibari, l'Elmo Corinzio di Vibo Valentia e la Stele di Crotone (nota anche come Cippo di Horo sui coccodrilli, è un piccolo portafortuna risalente all'Epoca Egizia rinvenuto tra la fine degli anni 70 vicino all'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone).
Benvenuti nel mio sito. Qui potete farvi un’idea di chi sono, e trovare notizie e documenti sulle mie opere e sui miei giorni.
Non sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.
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