Europa, 28 dic. 2010
di Rudy Francesco Calvo
De Magistris? «È di una superficialità sconcertante. Fa politica come ha fatto il magistrato, un sacco di chiasso senza alcun risultato». E Di Pietro? «Vuole un piccolo partito personale da controllare facilmente, ma le sue sono decisioni arbitrarie, spesso sbagliate, che inevitabilmente creano malcontento ». Secondo il sociologo Pino Arlacchi, eletto eurodeputato sotto le insegne dipietriste ma passato nelle file del Pd in polemica proprio con la gestione personalistica del leader di Idv, la dualità interna al suo ex partito è solo un’illusione creata dai media.
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l'Unità, 22 dic. 2010
Il dossier, di Pino Arlacchi
La Corte di Cassazione italiana ha chiuso il caso Calipari invocando un “difetto di giurisdizione”. Il soldato americano che ha ucciso il dirigente del SISMI in Iraq era coperto, secondo la Corte, da immunita’ diplomatica. La verità è che l’unico difetto di giurisdizione in questo caso è stato quello dello Repubblica italiana nel suo complesso di fronte all’ Impero americano e alla sua pretesa di giurisdizione universale.
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Secondo alcuni storici del fenomeno, senza isteria comunicativa il terrorismo non ci sarebbe del tutto.
l'Unità, 19 dic. 2010
di Pino Arlacchi
Siamo vittime di una gigantesca manipolazione, che tende a farci credere che il terrorismo internazionale rappresenti una minaccia esistenziale, a causa dei suoi effetti devastanti sui regimi democratici, sulla società civile e sull´economia. Ma al netto dell´hype, del frastuono mediatico e delle dichiarazioni sopra le righe dei politici, dopo ogni attentato rimangono sul campo poche vittime, pochi danni, e nessun principio di destabilizzazione.
Una delle cause principali del terrorismo e´ il terrore. La paura diffusa a piene mani dai mezzi di comunicazione dopo ogni attentato che avviene in Occidente. Secondo alcuni storici del fenomeno, senza isteria comunicativa il terrorismo non ci sarebbe del tutto. I suoi capi abbandonerebbero una tattica che non riesce a raggiungere le prime pagine. E che non rende politicamente, perché fallisce in più del 90% dei casi, come dimostra uno studio rigoroso su 28 formazioni eversive, pubblicato su una rivista di grande prestigio, "International security".
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Agence Europe, 17 December 2010
THE DAY IN POLITICS
Brussels, 16/12/2010 (Agence Europe) - A large majority of MEPs (507 for, 77 against and 4 abstentions) adopted the report by Pino Arlacchi (S&D, Italy) on a new EU strategy for Afghanistan, calling for reform of international aid, the elimination of the poppy crop, better coordination for the training of Afghan police forces and support of the peace process. The vote at the EP committee on foreign affairs in early November had taken the most controversial proposals out of the report, such as the description of western forces deployed in the country as occupation forces. Nonetheless, the report by the Socialist MEP still aroused considerable debate before the vote on Wednesday 15 December. A ban on the use of UAVs (unmanned aerial vehicles), considered by Arlacchi as contrary to the peace process and used to “decapitate” the Afghan insurgency, was among the proposals most fiercely challenged.
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(AGI) - Bruxelles, 16 dic. - Il Parlamento di Strasburgo ha approvato a larghissima maggioranza il Rapporto sulla nuova strategia dell'Unione Europea in Afghanistan, messo a punto dall'eurodeputato del PD Pino Arlacchi. "E' il traguardo di un percorso cominciato un anno fa e che aveva gia' ottenuto l'approvazione quasi unanime in Commissione Esteri. Si tratta di uno dei documenti piu' critici mai approvati a Bruxelles su un intervento Nato e sulla condotta dell'Europa e Usa in Afghanistan negli ultimi dieci anni". L'approvazione del rapporto e' arrivata nello stesso giorno in cui Barack Obama ha annunciato la nuova strategia per il paese asiatico. "La differenza tra l'approccio europeo e quello americano e' evidente", ha spiegato Arlacchi, "Washington pensa ancora all'impatto militare, l'Europa avvia un nuovo approccio, centrato sulla politica e la societa' civile.
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(ANSA) - Bruxelles, 16 dic. 2010
Un radicale cambiamento della strategia europea: e' quanto chiede il rapporto sull'Afghanistan preparato dall'europarlamentare Pd Pino Arlacchi e approvato oggi a larghissima maggioranza dal Parlamento Ue.
''E' il traguardo di un percorso cominciato un anno fa e che aveva gia' ottenuto l'approvazione quasi unanime in Commissione Esteri'', ha detto Arlacchi. ''Si tratta di uno dei documenti piu' critici mai approvati a Bruxelles su un intervento Nato e sulla condotta dell'Europa e degli Usa in Afghanistan negli ultimi dieci anni''.
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www.europarl.europa.eu
The merits of a possible change of strategy in Afghanistan by the European Union and its allies will be debated Wednesday afternoon by the European Parliament. A new report by Italian centre left MEP Pino Arlacchi calls for a more civilian based approach and for the Afghan Government to have the ultimate responsibility for who they talk to. Prior to the debate on Wednesday we spoke to him about his ideas.
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www.europarl.europa.eu, 14 dic. 2010
Cambiare strategia in Afghanistan? Pino Arlacchi, ex-vice segretario generale dell'ONU e deputato europeo nelle file dei Socialisti e Democratici, è convinto che non solo è possibile, ma necessario. Il suo rapporto, che sarà discusso dal Parlamento mercoledì e votato giovedì, sostiene che l'opzione militare è ormai giunta al capolino, e solo un approccio civile garantirà che il governo afgano assuma appieno le sue responsabilità.
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Il racconto di scenari apocalittici alimenta negli Usa il mercato della sicurezza: un giro d'affari di 14 miliardi di euro l’anno. Anche la Nato voleva occuparsene, ma l'Europa non ci è cascata.
L'Unità, 12 dic. 2010
di Pino Arlacchi
«Nell’arco di un quarto d’ora, 157 grandi aree metropolitane sono state messe in ginocchio da un blackout elettrico che le ha colpite durante l’ora di punta. Nuvole di gas velenosi si estendono sopra Wilmington e Houston. Le riserve di petrolio di molte città stanno bruciando nelle raffinerie in fiamme. I convogli delle metropolitane di New York, Oakland, Washington e Los Angeles si sono scontrati l’un l’altro. Gli aeroplani precipitano uno dopo l'altro a causa delle collisioni nelle aerovie fuori controllo. Le vittime sono già migliaia».
Questo è lo scenario evocato dal più noto esperto americano di cybersecurity, Richard Clarke, ex-esperto di criminalità sotto Clinton, ed ex-amico mio.
La causa dell’Apocalisse? Un attacco terroristico ai sistemi di gestione dell’energia elettrica e dei trasporti, ormai largamente informatizzati. Le probabilità dell’Apocalisse? Vicine allo zero. Molto inferiori a quelle di uno scontro tra la terra e un asteroide vagante. Non sto esagerando. Studiosi del calcolo delle probabilità ed astronomi hanno misurato proprio questo tipo di rischi. Perché è da queste misurazioni che dipendono le politiche di protezione. O meglio, dovrebbero dipendere, dato che in questo campo il terrore, la disinformazione e la truffa regnano incontrastati.
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Il Piccolo, 9 dic. 2010
di Pierpaolo Garofalo
Trieste «Dobbiamo cambiare strada; questa in Afghanistan è una guerra ormai più lunga del Secondo conflitto mondiale. Non c’è una soluzione militare. Sono contrario a un ritiro in tempi brevissimi ma è necessario che la comunità internazionale formuli una politica decente per risolvere la situazione, sia dal punto di vista della sicurezza che da quello dell’aiuto allo sviluppo, che scandalosamente arriva ai beneficiati solo per il 20%». Pino Arlacchi, eurodeputato eletto per l’Italia dei Valori e passato nel novembre scorso al Partito democratico, parla con cognizione di causa. Dal 1997 al 2002 sottosegretario generale Onu quale direttore dell'Unodc (Ufficio per il controllo delle droghe e il crimine), è lo ”Special Rapporteur” dell’Europarlamento sull’Afghanistan, incaricato di stendere la strategia dell’Ue per risolvere il ”nodo” del Paese asiatico.
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