Bruxelles, 19 ott. 2011
C’è un Sud virtuoso che si sente sempre più parte integrante dell’Europa, ma che chiede di superare gli ostacoli normativi e burocratici che tengono ancora troppo lontani gli enti locali dalle istituzioni comunitarie, e che ne rallentano lo sviluppo.
È il messaggio forte lanciato dalla conferenza-dibattito “Il Sud che funziona”, promossa dall’eurodeputato Pino Arlacchi e organizzata dal gruppo S&D a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo.
All’incontro hanno partecipato 14 sindaci e amministratori locali di altrettanti Comuni della Campania: Agropoli, Amalfi, Atrani, Campagna, Casalbuono, Cetara, Felitto, Giffoni Valle Piana, Giungano, Oliveto Citra, Rutino, Sassano, Torchiara, Vietri sul Mare.
Un’iniziativa destinata a ripetersi e che vuol portare all’attenzione delle massime istituzioni europee quelle amministrazioni che, dando prova di buon governo, sono riuscite a valorizzare le risorse offerte dal territorio e dalle rispettive tradizioni (turismo, artigianato, industria, attività culturali), e hanno saputo sfruttare al meglio le opportunità di finanziamento dell’Unione europea.
«L'Europa – ha spiegato Arlacchi – deve saper raccogliere la richiesta degli amministratori locali: c’è da correggere e definire meglio strumenti normativi che spesso si sono rivelati farraginosi o addirittura illusori per i Comuni, dagli “accordi di reciprocità” con la Regione, al rispetto del patto di stabilità che spesso lega le mani agli enti locali, impedendo di trasformare spese correnti in spese di investimento e bloccando numerosi progetti».
Arlacchi ha rivolto un plauso all’azione di Comuni virtuosi che, mettendo da parte ogni forma di vittimismo antistatale e di retorica campanilistica, mostrano ogni giorno, nei fatti, quanto la progettualità politica e la creatività intellettuale si possano tradurre in forme di buon governo.
«Sono esempi trainanti – ha detto l'eurodeputato – che devono ora contagiare quella fetta di Sud rimasta più indietro, soprattutto per incapacità dei propri dirigenti. Il miglior rimedio contro l’antipolitica dilagante è la vicinanza della gente, la fiducia delle comunità locali conquistata con l’onestà e la trasparenza di amministratori capaci, e con l’uso efficace delle risorse a loro disposizione».
«Risparmi, politiche fiscali, bilanci sani: contare sulle proprie forze è la prima arma per crescere, ma non c'è dubbio - ha concluso Arlacchi - che il futuro dell’Europa passi dai Comuni. Più si rafforzano questi esempi di eccellenza amministrativa, soprattutto in zone bisognose di sviluppo, più si dà senso e al grande progetto europeo.
Al dibattito è intervenuto, tra gli altri, il dirigente dell'Unità di Politica Regionale della Commissione Europea, Alberto Piazzi che ha evidenziato come i progetti finanziati dall’Europa abbiano la massima garanzia di trasparenza, di monitoraggio e di “tracciabilità” dei fondi. Piazzi ha invitato i Comuni a non esitare nel segnalare ritardi e inefficienze nella gestione degli stanziamenti, per poter attivare immediatamente ogni forma di controllo da parte delle istituzioni europee. Anche Piazzi ha sottolineato l’importanza delle forme di partenariato per dare più forza alle istanze dei Comuni.
Sullo stesso tema si è soffermato l''eurodeputato Andrea Cozzolino, che ha spiegato come l’Europa stia cercando di cogliere le sollecitazioni degli enti locali avviando, sia pure in fase sperimentale, forme di rapporto diretto con i Comuni. Allo studio anche l’ipotesi di una gestione diretta del 5% dei fondi comunitari da parte degli stessi Comuni, sottraendo questa quota al “filtro” delle Regioni.