Gioia Tauro, Si punta alla zona economica speciale per incentivare l’area

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Gli Stati Generali

Il Quotidiano della Calabria, 14 dic. 2013

di Michele Albanese

GIOIA TAURO - Gli “Stati Generali del Porto” seconda edizione. Un appuntamento ormai fisso quello voluto dall’eurodeputato del Pd Pino Arlacchi che è divenuto l’unico elemento di coordinamento di una delle risorse strategiche del Mezzogiorno e del sistema paese. Una realtà che purtroppo continua lontana dall’attenzione del Governo nazionale. Arlacchi si sostituisce a quella che era fino a qualche tempo fa era competenza della Presidenza del Consiglio. Fa quello che può l’europarlamentare mettendo il dito sulle piaghe delle tante cose da fare per rendere sempre più attraente lo scalo e l’area retro portuale. A cominciare dall’istituzione della Zes ( la Zona Economica Speciale) proposta all’unanimità dal Consiglio Regionale, ma ancora ferma alla discussione presso la Commissione Attività Produttive del Senato.
«Uno strumento a costo zero capace di incentivare lo sviluppo» ha ricordato l’Amministratore Delegato di Mct Domenico Bagalà e per la quale Arlacchi ha annunciato un’interrogazione sottoscritta insieme ad altri 10 parlamentari europei. Manca l’attenzione dello Governo e per questo si pensa ad azioni di pressione istituzionali. Tutti d’accordo sulla Zes il cui iter è estremamente complesso.

Dei dieci punti da realizzare proposti lo scorso anno oltre alla Zes e cioè l'istituzione dello Sportello unico investitori per l'area retro portuale, la promozione internazionale del porto e del retro-porto, il riconoscimento del ferro-bonus e sistemi incentivanti per l'area retro portuale, le revisioni delle concessioni agli operatori dell'area portuale, l'eliminazione del vincolo ambientale sull'area industriale, la realizzazione del gateway ferroviario e delle infrastrutture portuali e ferroviarie previste dall'Apq per Gioia Tauro, la realizzazione di tariffe ferroviarie più competitive da parte di Rfi l'istituzione di un referente unico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio, la certificazione di sicurezza interna ed esterna realizzata da Unicri, pochissimo è stato fatto, nonostante gli sforzi della Regione rappresentata ieri da Antonella Stasi che ha rivendicato il ruolo di attore principale della regione. Si sta lavorando per l’Apq, per il quale sono stati spesi 100 milioni di euro da parte di Rfi, che deve progettare e mettere a bando altri 159. Resta fermo ferro – bonus, il gateway ferroviario con il bando andato deserto visto che Rfi «dopo
aver visionato e coordinato il progetto – ha denunciato il segretario generale della Pot Authority Silvestri – se ne lavata le mani dimostrando disinteresse per la Calabria e il porto». Al palo la riduzione delle tasse di ancoraggio affidate alle risorse dell’Autorità Portuale e delle accise sui carburanti. «Potenziare il transhipment e trovare un’idea per il retro porto la mission di questa seconda edizione degli Stati Generali «secondo Arlacchi che ha annunciato una prossima iniziativa dopo aver appreso che la Regione si sta muovendo anch’essa per trovare gruppi imprenditoriali che vogliono venire a Gioia come Ikea. Molta carne al fuoco ieri compresa una sezione dedicata alla sicurezza del porto che conserva intatta tutta la sua potenzialità nelle infrastrutture adeguate dall’Autorità Portuale e che lo pongono il solo porto nel Mediterraneo in grado di accogliere le super portacontainer di nuova generazione. Un vantaggio di appena due anni rispetto ai programmi di crescita degli altri scali competitor. Sulla sicurezza si sono soffermati a lungo i Procuratori della Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo e di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. «La storia del porto – ha ricordato Creazzo è strettamente legata al salto di qualità della ‘ndrangheta.
Lo scalo si trova nella zona a più alta densità mafiosa d’Italia ma stiamo lavorando bene. In pochi anni abbiamo
iscritto quasi 700 procedimenti di notizie di reato per contrabbando e contraffazione. Un lavoro che ha ridotto di quasi il 30% questi reati. Sanno che qui le Dogane e la Guardia di Finanza lavorano bene ed i trafficanti cambiano destinazioni ai loro traffici». Anche sul fronte sequestri di cocaina dal Sud America i sequestri sono ingenti : in tre anni sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro quasi 4 tonnellate di droga. «Questo porto – ha invece detto il Procuratore De Raho è gravato dalla ‘ndrangheta che è asfissiante, insidiosa e sa mutare pelle,non a caso qui in tanti anni nessuna denuncia è arrivata dagli spedizionieri» De Raho ricordando l’imprenditore De Masi, intervenuto prima di lui ha chiesto agli imprenditori di schierarsi dalla parte della legalità. Tra i presenti i sindaci dell’area, Bellofiore,Tripodi e Madafferi, il dirigente della Direzione generale delle Dogane Mazzilli e il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Principe

 

 
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