La voce della Russia, 3 giu.2011
Viktor Ivanov, capo dell’Agenzia antidroga della Russia, ha detto che il rapporto con cui le Nazioni propongono la liberalizzazione delle droghe per nascondere il proprio fallimento rappresenta un incoraggiamento ai baroni della droga. Il traffico degli stupefacenti rappresenta un business di 800 miliardi di dollari e questo spiega tante cose.
Stupisce pero’ che fra i firmatari del documento vi siano parecchi ex, fra cui Kofi Annan e gli ex presidenti di Messico, Colombia e Brasile.
Per quanto riguarda il fallimento della politica antidroga bisogna parlare del loro personale fallimento.
Dice Viktor Ivanov:
"Non possiamo dimenticare che Kofi Annan nel 2001 licenzio’ Pino Arlacchi, che allora come suo vice era a capo del Dipartimento antidroga dell’Onu.
Arlacchi era un grande professionista oltre che un uomo di eccezionale onesta’ che era riuscito a contrastare efficamente il traffico degli stupefacenti in Afghanistan.
Con il suo allontamento la droga in Afghanistan ebbe una crescita esponenziale".
Fra i firmatari c’e’ l’ex segretario generale della Nato Solana durante la cui gestione il Kosovo fu trasformato in una roccaforte della droga.
Aggiunge Viktor Ivanov:
"Bastera’ ricordare la Cina del XIX secolo quando le fumerie di oppio erano legali. Una opportunita’ che fu sfruttata dalla Compagnia delle Indie per asservirla".
In Europa l’Olanda e’ stato il primo paese a liberalizzare le droghe leggere.
Dopo il fallimento registrato ora anche all’Aja si prendono misure repressive. Sulla stessa strada si muove la Danimarca.
In America latina invece le autorita’ fanno finta che il problema non esista.