Il Piccolo, 26 nov. 2010
di Pier Paolo Garofalo
Trieste «Con il mio collega sloveno Vajgl abbiamo lavorato in sintonia alla stesura del Rapporto; è stato per me naturale accogliere l’invito a presentare per la prima volta
a Lubiana il documentodel Parlamento europeo sulla nuova strategia dell’Ue per l’Afghanistan». Pino Arlacchi, europarlamentare passato di recente dall’Italia dei Valori al Partito democratico, spiega con naturalezza la decisione dell’importante anteprima, organizzata a Lubiana dal vicepresidente del partito sloveno ”Zares”, Franco Juri.
«Siamo nell’esecutivo - spiega il vicepresidente della formazione di centrosinistra - ma
manteniamo una posizione critica sulla partecipazione slovena alla missione Isaf. A Herat, nel dispositivo a guida italiana, abbiamo attualmente 65 uomini che verranno portati presto a 90, con nuovi compiti di addestramento e affiancamento alle forze di sicurezza nazionali che li porranno a maggiori rischi: vogliamo vederci chiaro; da qui l’invito al professore». La Slovenia, piccola ma dinamica, il cui contributo alla Coalizione a guida Nato a Kabul è militarmente irrisorio, piazza così un’altro ”jolly” sul piano politico e della visibilità internazionale.
Arlacchi, sociologo con una lunga militanza nell’anti-crimine italiano e internazionale,
per anni a Vienna è stato a capo dell’Ufficio Onu per la lotta alla droga e al crimine organizzato.
Il Rapporto Ue sull’Afghanistan, del quale Arlacchi è il responsabile, è stato approvato
in Commissione esteri il 9 novembre scorso quasi all'unanimità: 60 voti a favore e
uno contrario. Tra i punti del Rapporto, la corruzione nella gestione degli aiuti internazionali, il processo di pace, la formazione della polizia afgana, l'eliminazione e la riconversione delle colture di oppio.
Pier Paolo Garofalo