Confronto tra forze sociali e sindacati su prospettive
(ANSA) - Gioia Tauro (RC), 14 sett. 2012 - ''Per capire il mancato sviluppo del porto di Gioia Tauro ci vorrebbe uno studioso di ermeneutica, perche' tante sono state le occasioni e gli approfondimenti intorno al porto che si sono svolti negli ultimi 15 anni''. Lo ha sostenuto il presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Lucio Dattola, aprendo la seconda sessione di lavori degli Stati generali del porto di Gioia Tauro, incentrata sul contributo delle forze sociali, delle organizzazioni sindacali, dei rappresentanti del territorio compreso quello della diocesi di Oppido-Palmi.
Dattola ha quindi ricordato la creazione della societa' di gestione dell'interporto che, ha ricordato, ''e' stata abbattuta dalle polemiche, a volte di stampo campanilistico, che si sono sviluppate sull'iniziativa che aveva anticipato anche i temi odierni''. Dattola ha infine ricordato di non avere partecipato per oltre un anno e mezzo alla riunione del comitato portuale proprio perche' oggi il comitato ''gestisce solo l'ordinario''. Infine, dopo aver dato atto alla Regione di aver fatto cose concrete sul porto, ha sottolineato che comunque su progetti seri la Camera di Commercio e Unioncamere Calabria sono della partita.
Nel dibattito sono intervenuti anche i rappresentanti sindacali Annibale Fiorenza della Fit Cisl, Francesco Cozzucoli dell'Ugl Mare, Giuseppe Rizzo della Uil Trasporti e Carmelo Cozza del Sul. Tutti hanno sottolineato l'importanza dell'iniziativa assunta dall'europarlamentare del Pd Pino Arlacchi e, in particolare, Cozza ha chiesto ''un soggetto unico per la gestione delle aree industriali del retroporto''.
Don Pino De Masi, vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi, dopo aver ricordato l'importanza del lavoro come elemento di liberta' per tantissimi giovani e la crisi che ha tolto lavoro a tantissimi di essi ha denunciato ''le tante responsabilita' di chi ha governato i processi industriali nel retroporto concepiti male tanto che sono quasi tutti falliti lasciando sul campo capannoni abbandonati e senza vita. Progetti che hanno bruciato migliaia di miliardi di vecchie lire finiti tra le maglie dell'illegalita'''. Il vicario generale della diocesi ha poi rivolto un appello alle istituzioni affinche' i capannoni delle aziende fallite e finanziate con risorse pubbliche non finiscano nelle mani della 'ndrangheta.
La sessione pomeridiana e' stata conclusa dalla vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi che ha ricordato le risorse messe a disposizione dalla Regione come i fondi per il gateway ferroviario, i contratti di sviluppo e il progetto sul ferro-bonus. La Stasi ha infine riproposto l'attenzione sul progetto della zona economica di sviluppo che e' allo studio della Regione, dell'Autorita' portuale e delle aziende che lavorano in porto facendo un appello alla politica nazionale affinche' sostenga la Zes (zona economica di speciale) come elemento strategico di sviluppo del porto. Infine Antonella Stasi ha voluto sottolineare i rischi della strumentalizzazione della presenza della mafia che rischiano di allontanare possibili investitori. ''Se noi - ha detto - continuiamo a dire e a consentire che a Gioia ci sia la mafia non verra' nessuno ad investire, se c'e' la mafia dobbiamo fare di tutto per mandarla via''.
Pino Arlacchi, nel concludere i lavori di questa prima giornata, ha assunto la proposta della Zona economica speciale come ''la bandiera di prospettiva di tutti gli attori del porto''. (ANSA).