Roma, 5 set. 2012 - (Adnkronos) - La trattativa tra Stato e mafia ''non e' mai esistita nei termini in cui viene definita, ovvero come una sorta di negoziato tra alte autorita' dello Stato e i capi della mafia siciliana. A meno che non venga elevato al rango di trattativa un determinato rapporto confidenziale che puo' essersi stabilito tra qualche esponente mafioso e politico''. Lo sottolinea Pino Arlacchi all'Adnkronos. Insomma, rileva l'europarlamentare, ''puo' essersi trattato di eventuali fatti minori che poi sono stati enormemente gonfiati fino a creare un caso mediatico e giudiziario''.
Quello della Dia - prosegue Arlacchi nell'intervista all'Adnkronos - ''e' un progetto che non e' stato mai completato'', per una struttura ''che potrebbe essere resa piu' efficace con una riforma a costo zero che farebbe risparmiare centinaia di milioni di euro: basterebbe far confluire definitivamente in essa i reparti specializzati di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza''. Parola di Pino Arlacchi, autore del progetto esecutivo della Direzione Investigativa antimafia ''che il ministro Scotti trasformo' in una realta' con il ddl poi approvato dal Parlamento alla fine del 1991. L'idea era quella di creare una sorta di Fbi italiano specializzato nelle indagini antimafia, con personale di alta qualificazione, capace di dare colpi decisivi ai gruppi di vertice della mafia''.
''All'inizio -ricorda Arlacchi- questo e' avvenuto. Poi pero' la seconda parte del progetto, quella relativa alla confluenza dei reparti specializzati delle forze dell'ordine, non si e' mai realizzata e cosi', dopo 21 anni, la Dia e' rimasta una delle componenti di contrasto alla criminalita' organizzata''.
''Ora si parla di un possibile ridimensionamento, sarebbe invece il caso -osserva Arlacchi- di completare il progetto per come era stato ideato. Nessun Paese europeo si puo' permettere il lusso di mantenere tante diverse componenti specializzate nella lotta alla criminalita' organizzata''.