Il successo di Syriza ci aiuterà a creare un'Europa più vicina al cuore dei suoi cittadini.
Roma, 21 gen. 2015
di Pino Arlacchi
Non sarà la fine del mondo né dell’ Unione europea se Syriza vince le elezioni di domani. La sua vittoria, al contrario, ci sarà di grande aiuto. Perché metterà fine una volta per tutte alla politica suicida dell’ austerità e faciliterà quella svolta a sinistra del progetto europeo che è la sua unica via di salvezza.
Syriza non è un partito antieuropeo né antieuro. La sua forza è proprio quella di essere europeista nel senso più genuino, che è quello di considerare il progetto europeo come un mezzo e non un fine. Come uno strumento di emancipazione dei suoi cittadini e non come un feticcio. Un progetto che non può essere riformato anche quando il suo distacco dai cittadini è divenuto enorme, e per i più deboli anche pericoloso, come appunto nel caso della Grecia.
I cittadini dell’ Europa non sanno cosa farsene di una associazione tra stati, l’ Unione europea, che ha un bilancio di 130 miliardi euro e non sa dare una risposta seria a un problema perfettamente risolvibile come quello della disoccupazione giovanile. Una Unione che non ha una vera politica estera, e segue come una pecorella gli americani sul Medioriente, la Russia, l’ Iran, la NATO, l’ ONU, i Balcani. Cioè tutte le priorità che dovrebbero essere sue. E la cui stella polare dovrebbe essere l’ interesse dei suoi 28 membri, e non quello degli Stati Uniti che spesso diverge dal nostro. Interesse europeo che in certi casi, come quello della crisi ucraina e dei rapporti con la Russia, viene calpestato in modo oltraggioso.
Syriza critica una Unione che ha creato una moneta comune, evvero, ma non sa creare il retroterra istituzionale e la cooperazione di cui l’ euro ha bisogno. Syriza vuole la Grecia dentro l’ Unione e dentro l’ euro. Ma non a costo di proseguire la distruzione del paese. Tsipras sa bene che i governi greci precedenti hanno prima imbrogliato sui conti ed usato le risorse europee per foraggiare le loro clientele, e poi hanno subito la crudele punizione di Bruxelles scaricandone il peso sui cittadini più indifesi.
Tsipras ha una proposta di uscita dalla crisi che prima di essere di sinistra è semplicemente ragionevole. Vuole rinegoziare e ridurre il peso di un debito che si è formato non solo per l’ irresponsabilità dei debitori ma anche per l’ avidità e la sconsideratezza dei creditori. Un debito, tralatro, che tutti sanno che non potrà mai essere ripagato.
Syriza chiede che la Grecia venga trattato come uno stato sovrano. Vuole che il suo paese cessi di essere vittima del bullismo della Troika, un ente che non è stato eletto da nessuno e che pretende di governare una repubblica democratica di 10 milioni di persone con diktat, email ed umilianti intromissioni nella sua vita interna.
Il successo di Syriza aiuterà anche noi italiani a creare un’ Europa più democratica e più vicina al cuore dei suoi cittadini.