"La nostra Carta non vieta di fare attività belliche, ma di dirlo" - Il Dossier
di Umberto Degiovannangeli
l'Unità, 28 mag.2010
Se quanto rivelato da l’Espresso «rispondesse al vero, sarebbe un fatto di gravità inaudita. L’Italia nega che in Afghanistan sia in corso una guerra e anche in guerra la Convenzione di Ginevra considera un atto illegale, un crimine ogni azione di rappresaglia». La vicenda è talmente grave che la fonte autorevolissima, con un passato di responsabilità ai massimi livelli in campo militare, preferisce non comparire. Il condizionale è d’obbligo, ma se ciò che l’Espresso ha documentato fosse vero, «ciò svelerebbe in modo inequivocabile che quella in Afghanistan non è una missione di pace, ma è una missione in cui i Paesi della Nato intervengono in un conflitto interno, svolgendo una attività militare di controinsorgenza. Un’attività bellica che la nostra Costituzione non ci consentirebbe», dice a l’Unità un magistrato e saggista, tra i più autorevoli studiosi del diritto internazionale. «Se fosse vero implicherebbe una violazione gravissima del mandato assegnato alle nostre truppe dal Governo e dal Parlamento italiano», sottolinea l’europarlamentare dell’Idv Pino Arlacchi, già vice segretario generale delle Nazioni Unite, relatore del Parlarmento di Bruxelles per l'Afghanistan.
Il fortino di Bala Murghaib Se fosse vero... Una premessa d’obbligo che nulla toglie all’autorevolezza dell’estensore dell’articolo e alla documentazione che supporta la clamorosa rivelazione. Se fosse vero, sarebbe «semplicemente un altro dei molti episodi di guerra in cui le nostre truppe sono state coinvolte, senza che il pubblico lo sapesse», rimarca Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica Limes. «Le ragioni di questo segreto di Pulcinella - aggiunge Caracciolo - è che l’interpretazione corrente della nostra Costituzione, non ci impedisce di fare la guerra, ma di dirlo». L’area dove si trova il fortino di Bala Murghab si sta rivelando sempre più tra le più calde dell’Afghanistan. «Gli insorti - spiega a l’Unità Caracciolo - stanno allargando il fronte, anche per rispondere alla fin troppo annunciata offensiva americana su Kandahar. Inoltre gli insorti si stanno frammentando in vari gruppi, talvolta anche in contrasto tra loro, Insomma - conclude il direttore di Limes - la situazione afghana sta diventando sempre più caotica». «Quello che si sta sempre più ventilando in Afghanistan - rileva ancora Domenico Gallo - è un gravissimo vulnus costituzionale, “mitigato” dal fatto che il Governo disconosce il carattere bellico dell’operazione». «In Afghanistan - conclude il giurista - stiamo percorrendo un terreno che ci sta portando fuori dai binari che il costituente aveva fissato all’azione internazionale dell’Italia, anche in vista di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini ai quali non si può richiedere di rischiare la vita in qualcosa che la nostra Costituzione vieta». Ciò che in Afghanistan si sta sta materializzando è qualcosa di inquietante, qualcosa denunciato da tempo dai movimenti per la pace: una guerra che l’Italia sta combattendo.