Afghanistan, i militari si ritirano: avanza l’oppio

E-mail Print PDF

Rimpatriati 400 bersaglieri che non saranno sotituiti: riduzioni in tutti i contingenti La produzione di oppio aumentata del 50% rispetto al 2012. Arlacchi: "Quanti soldi sprecati"

Il Piccolo

di Pierpaolo Garofalo, 5 dic. 2013

La presenza militare internazionale in Afghanistan si assottiglia ogni mese di più e, parallelamente, in barba ai comunicati ufficiali della missione a guida Nato, l'Isaf (International Security Assistance Force) e dei suoi contingenti nazionali il potere dei talebani si rafforza. Così come quello della galassia dei "signori della guerra" e "signori della droga", che spesso coincidono. Entrambe le circostanze accadono anche nel Settore Ovest della missione, a comando italiano. In questi giorni hanno lasciato il Paese, consegnando all'esercito afgano le basi avanzate di Farah e Bala Balouk, circa 400 bersaglieri del 6.o Reggimento di Trapani. I "fanti piumati" non saranno rimpiazzati, come previsto dal ridimensionamento e dalla riconfigurazione dell'impegno internazionale e tricolore nella nazione asiatica: da "combat" e supporto operativo sul terreno a sostegno alla pianificazione, intelligence e addestramento.

 

 

Fonti indipendenti hanno sempre segnalato, in altre occasioni, la quasi contemporanea avanzata dei guerriglieri, che giungono a volte ad occupare le stesse posizioni lasciate anche solo un paio di giorni prima dagli occidentali: aspetto frustrante che se non mette in dubbio la bontà d'impegni e sacrifici di molti anni ne mina la strategia e la tattica a cui sono stati improntati.

All'avanzata militare dei talebani si affianca, di pari passo, quella delle coltivazioni del papavero da oppio e la regione di Herat, sede del quartier generale italiano, non è da meno: in Afghanistan le aree d'elezione per la produzione di droga sono, infatti, l'Ovest e il Sud.

E riguardo all'oppio sono le Nazioni Unite a lanciare l'allarme. Dopo un periodo promettente nella lotta al narcotraffico, il Paese ha compiuto nel 2013 un clamoroso balzo indietro. La produzione di 5.500 tonnellate è del 50% in più rispetto al 2012. Il Rapporto Onu è stato presentato a Kabul dal direttore dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), Yuri Fedotov. Le cifre, per lui, "sollecitano una profonda riflessione". Oltre all'aumento della produzione, infatti, l'area consacrata alle coltivazioni del papavero è cresciuta da 154mila ettari a 209mila ettari (+36%). Due province (Balkh e Faryab) hanno perso lo status di province "libere dal papavero" riducendo a 15 (su 34) quelle che ancora lo sono.

Il Rapporto conferma quanto osservato già dal 2007: il 90% della produzione è concentrata in nove province del Sud e dell'Ovest. La sola Helmand, che dal 2004 è la prima provincia per produzione e responsabile per circa metà delle coltivazioni, ha visto queste ultime espandersi del 34%, più della vicina Kandahar (+16%). Nonostante una diminuzione rispetto al 2012, il prezzo del chilogrammo di oppio è stato quest'anno attorno ai 145 dollari. Insieme alle minacce dei "signori della guerra", costituisce un fattore di attrazione irresistibile per gli agricoltori. La redditività delle coltivazioni alternative proposte dal governo è di gran lunga più bassa. Il valore dell'oppio all'uscita dai luoghi di produzione, stimato a circa 950 milioni di dollari (4% del Pil afgano), è aumentato negli ultimi 12 mesi di circa un terzo. E anche i profitti dei narcotrafficanti sono in forte crescita.

Il russo Fedotov ha anche ricordato che "mentre ci avviciniamo a grandi passi al 2014 e al ritiro delle truppe straniere dall'Afghanistan, i risultati del Rapporto dovrebbero essere presi in considerazione per quello che sono: un avvertimento e una richiesta urgente di azioni concrete".

Indiretta la replica dal Ministero afgano della lotta al narcotraffico: cerca di dimostrare che, nonostante tutto, "il numero di agenti della polizia antinarcotici è triplicato negli ultimi anni, consentendo il sequestro di circa il 10% della produzione di stupefacenti". Nella trattativa in corso a Kabul sul futuro Accordo bilaterale di sicurezza (Bsa) con gli Usa, che entrerà in vigore alla fine del 2014 dopo il ripiegamento finale delle truppe da combattimento Nato dall'Afghanistan, vi è anche un capitolo sulla repressione del narcotraffico nelle regioni sud-occidentali. E' quasi certo che l'esito pratico sarà poco influente, qualsiasi sia l'intesa ufficiale.

Scettico, anzi molto critico sui passi della comunità internazionale in tale senso, è l'eurodeputato Pino Arlacchi, dal 1997 al 2002 predecessore di Fedotov all'Onu a Vienna e recente Special Rapporteur per l'Assemblea Ue sulle questioni della droga.

"E' vergognoso pensare a quanto la comunità internazionale abbia investito nella lotta alla droga in Afghanistan senza ottenere risultati concreti, anzi sprecando fiumi di denaro" attacca l'eurodeputato di area Pd. "Agli inizi degli Anni 2000 - spiega - come direttore esecutivo dell'Unodc dopo consultazioni tra le parti, ricognizioni, studi proposi un piano di eradicazione dell'oppio che sarebbe costato 25 milioni di dollari. Non se ne fece nulla , anche perché gli Stati Uniti nell'ottobre 2001 sottoscrissero un patto scellerato con i "signori della guerra" in cambio di supporto contro i talebani".

Ora di dollari ne servirebbero 500 milioni in 5 anni, almeno secondo il nuovo piano concepito da Arlacchi per conto dell'Ue. E' questo il costo per eliminare le coltivazioni di papavero da oppio dal Paese a un ritmo del 20% annuo, proponendo serie colture alternative con appoggio all'esportazione, come zafferano e melograno, stabilendo seri controlli, un sistema di sanzioni e un monitoraggio. Tutte attività, secondo la "filosofia Arlacchi", da fare gestire a un'agenzia antidroga mista, afgana e internazionale, da creare. "Ma seppure l'Europarlamento ha più volte approvato il mio piano - conclude amaro l'ex direttore Onu - questo, una volta giunto al vaglio della Commissione europea, il "governo" dell'Ue, si è sempre arenato".

 
ItalianEnglish

Mi Presento

Benvenuti nel mio sito. Qui potete farvi un’idea di chi sono, e trovare notizie e documenti sulle mie opere e sui miei giorni.

Pino ArlacchiNon sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.

Leggi tutto...

I Padroni della Finanza Mondiale

I Padroni della Finanza Mondiale (copertina)
Libri in pdf

Agenda

 


 

 


Facebook

Ultimi Tweet

Segui Pino Arlacchi su YouTube

Featured Articles

Prev Next

L'Eredità di Giovanni Falcone ed i rischi del presente

L'Antidiplomatico 23 Maggio 2020   “Potrei fare a meno di tanti colleghi, ma non potrei mfare a meno di Pino Arlacchi” Giovanni Falcone Il...

Articoli | 23 May 2020

Ora attenti a questa Finanza predatoria

Il Fatto Quotidiano 21 Maggio 2020 Lo scenario di queste settimane richiama per certi versi quello del “golpe dello spread” che...

Articoli | 21 May 2020

"Dietro l'aggressione imperiale contro il Venezuela c'è un racket mafioso

L'Antidiplomatico 12 Maggio 2020 L’ ultima aggressione al Venezuela, la sesta in due anni, è appena fallita. Gli Stati Uniti hanno...

Articoli | 13 May 2020

Gli Stati Uniti dal governo mondiale alla protezione mafiosa

La Fionda, 7 Maggio 2020 In questi tempi arroventati, si cercano i precedenti della crisi attuale e si discute molto, perciò,...

Articoli | 10 May 2020

Conte difende il nostro paese dai figli di Troika

Il Fatto Quotidiano, 7 Maggio 2020 In questi tempi di fuoco, l’unico uomo di governo che pare aver capito qual è...

Articoli | 10 May 2020

Pino Arlacchi all'Antidiplomatico: "Un Piano B prima che la finanza predatoria colpisca l'Italia"

L'Antidiplomatico, 25 Aprile 2020 Professore, come commenta l’ accordo del Consiglio Europeo dell’ altro ieri che ratifica le conclusioni dell’ Eurogruppo...

Articoli | 10 May 2020

Pino Arlacchi - Il nuovo ordine mondiale (che non ci sarà)

L'Antidiplomatico, 24 Aprile 2020 Circola una retorica sensazionalista che vede la sindrome del Coronavirus come una svolta radicale della storia moderna:...

Articoli | 10 May 2020

L’anomalia italiana è la Lombardia

Il Fatto Quotidiano, 9 Aprile 2020 L’anomalia dell’alto numero di decessi italiani per coronavirus rispetto a quelli del resto del mondo...

Articoli | 10 May 2020

Arlacchi: «A Miami i soldi della corruzione venezuelana"

Arlacchi: «A Miami i soldi della corruzione venezuelana

Il Periodista, 1 Aprile 2020 di Ruggero Tantulli. Il Periodista ha chiesto a Pino Arlacchi, ex vicesegretario dell'Onu e architetto della...

Articoli | 10 May 2020

Cina e Stati Uniti: la grande sfida alla pandemia mondiale

Il Fatto Quotidiano, 30 Marzo 2020 Pechino ha preso il problema per le corna, scegliendo la guerra al Covid. Una decisione...

Articoli | 10 May 2020

Newsletter


Chi è Online

We have 140 guests online

Questo sito utilizza cookie; accedendo o cliccando su "Accetto" acconsenti a scaricare sul tuo browser tutte le tipologie di cookie presenti in questo sito..

Accetto cookie da questo sito.

Info