Sul caso dei 3 cooperanti di Emergency, "vista la debolezza del governo italiano, forse sarebbe il caso che si muovesse l'Europa". Così a CNRmedia l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Pino Arlacchi, capo delegazione per l'Afghanistan dell'Unione Europea.
"Non è un caso che questa provocazione verso l'Italia sia arrivata quando a Kabul non c'è più l'ex ambasciatore Sequi, che era molto rispettato e godeva di una notevole influenza. Con la sua dipartita l'Italia in Afghanistan pesa molto meno. Danneggiare in questo modo un paese amico che combatte sulla stessa frontiera non è un'azione da poco. Infatti questa operazione è stata svolta quando evidentemente sapevano che la nostra reazione sarebbe stata morbida.
E infatti hanno calcolato bene visto che solo ora, quasi di malavoglia, il Governo si sta muovendo, spinto dalla reazione dell'opinione pubblica". Lo dice, in una intervista a CNRmedia, l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Pino Arlacchi, capo delegazione per l'Afghanistan dell'Unione Europea.
"Le affermazioni di Frattini -continua Arlacchi - dimostrano quanto sia caduta in basso la considerazione dell'Italia in campo internazionale e presso i suoi stessi alleati. Un ministro degli Esteri che invece di rivendicare, in primo luogo, la difesa dei connazionali, prega invece Dio sperando che le accuse non siano vere, quasi avvallando le accuse stesse, non si era mai visto nella storia della diplomazia".
E' ipotizzabile un intervento dell'Europa nella vicenda? "L'Europa - risponde Arlacchi - non interviene nel caso di rapimenti o di problemi giudiziari di singole persone appartenenti a stati membri, è lo stato membro che deve intervenire. La nostra ambasciata è lì per questo, altrimenti che ci sta a fare? Certo, visto la debolezza dell'Italia, forse sarebbe il caso che si muovesse anche l'Europa. Ma sarebbe un ulteriore prova di quanto contiamo poco, un'ulteriore sconfessione della nostra pochezza in campo internazionale" conclude.