Pino Arlacchi al Premio Losardo:«L'enorme maggioranza dei calabresi è contro la 'ndrangheta (...) e il successo di questo premio ne é una prova. La 'ndrangheta non controlla tutto in Calabria. I calabresi onesti e le istituzioni democratiche sono più forti della 'ndrangheta. Losardo non è morto invano (...) Le forze che si battono contro la criminalità e il malaffare devono essere più consapevoli della loro capacità. Sono contro i messaggi disfattisti e contro l'idea che la 'ndrangheta è onnipotente (...)»
Attentato Brindisi, Pino Arlacchi a Sky Tg 24: "È estremamente improbabile che si tratti di un attentato mafioso"
19 mag. 2012
"Credo sia estremamente improbabile che si tratti di un attentato mafioso per le modalità d’esecuzione, per l’uso di strumenti molto rozzi, per la zona in cui si è verificato e anche per un fondamentale difetto di motivazioni. Si tratta molto probabilmente di un attentato da ascrivere alla malavita locale o alla delinquenza organizzata locale, per cui non credo che passerà molto tempo prima che vengano individuati i responsabili[...]Questo attentato è un atto di crudeltà e di ferocia balorda di gente risentita, e che comunque non ha in mente chissà quali grandi piani o intenzioni intimidatorie. Andrei molto cauto con la retorica della strategia della tensione[...]"
La vicenda degli italiani rapiti in Somalia come in altri Paesi del mondo. Il commento di Pino Arlacchi a Radio 24 nell'approfondimento di Laura Bettini.
Il settimanale europeo della Tgr "RegionEuropa", a cura del vice direttore dei tg regionali della Rai Dario Carella, ha dedicato un servizio al Convegno organizzato a Bruxelles da Pino Arlacchi.
Per la Siria i grandi del mondo non hanno deciso una no fly zone come per la Libia, né raggiunto un accordo per un corridoio umanitario in soccorso ai civili. E, senza la volontà degli Usa, non sarà possibile neanche smuovere la Nato a una “guerra umanitaria”, come nel 1999 avvenne per il Kosovo.
A un anno dalle proteste di Daraa che, il 15 marzo 2011, incendiarono il Paese, le Nazioni Unite sono state capaci di denunciare morti e violenze (almeno 8 mila le vittime e 30 mila profughi in fuga), ma non di alleviare le sofferenze dei civili.
LA SIRIA NON È LA LIBIA. Eppure, a un mese dalle rivolte a Bengasi, a marzo 2011 i caccia inglesi e francesi sfrecciavano già sopra i cieli libici, legittimati dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. L'intervento sarebbe poi passato in carico alla Nato, fino alla cattura e alla morte, nell'autunno, del raìs Muammar Gheddafi.
A Damasco, invece, il presidente Bashar al Assad è sempre in sella. Proclami retorici a parte, le sabbie mobili dell'Onu, di cui la Siria è Stato membro, non solo hanno bloccato una nuova, discutibile azione militare. Ma hanno fatto anche sfociare le mediazioni in un nulla di fatto.
All'irrisolutezza di Palazzo di Vetro, si è aggiunta una diplomazia europea debole e priva e personalità, che, seguendo la scia degli Usa, si è solo limitata a prendere tempo. Tante parole, pochi fatti a rendere l'operato di Palazzo di Vetro spesso inutile e costoso.
L'IMPOTENZA DELL'ONU. «La paralisi è favorita dalla struttura stessa dell'organizzazione», ha spiegato a Lettera43.it l'europarlamentare del Pd Pino Arlacchi, ex vice segretario generale dell'Onu e membro della Commissione esteri dell'Unione europea. «Non bisogna infatti dimenticare che l'Onu è composta da singoli Stati, ognuno dei quali con i suoi interessi ed equilibri da difendere».
Pino Arlacchi […] Il partito della guerra contro l’Iran deve essere assolutamente contrastato e sconfitto dall’approccio europeo […].
Il 23 gennaio scorso, i ministri degli esteri dell’Ue hanno concordato una serie di sanzioni contro l’Iran per convincere Teheran a desistere dal proprio programma nucleare. Il Gruppo S&D sostiene questa posizione sottolineando, però, la necessità di accompagnare queste misure con un’azione diplomatica dell’Ue per scongiurare qualsiasi azione militare.
Pino Arlacchi: “La notizia di un aumento dei sequestri di droghe pesanti e leggere in Afghanistan non mi colpisce particolarmente”.
(...) La droga più importante è l’eroina che deriva dall’oppio coltivato in quel Paese: non risultano aumenti in quel campo (...)
(...) C’è un aumento dei sequestri delle droghe leggere, soprattutto della marijuana, ma da un punto di vista del mercato, dal punto di vista del denaro in più che affluisce ai talebani, non è molto significativo (...)
(...) I profitti dei talebani e delle insurgency non derivano principalmente dal traffico e dalla produzione dei narcotici, contrariamente a quello che tutti pensano (...). La maggiore fonte sono invece le estorsioni effettuate dai talebani e dagli altri sulla logistica militare, soprattutto quella della NATO(...).
L'eurodeputato è stato ospite del programma di approfondimento giornalistico condotto da Paola Moscardino su Tgnorba24.
[...] Perché la mafia è sopravvissuta alle stragi di Capaci e di via D’Amelio?
[...] Non abbiamo saputo darle il colpo finale per diverse ragioni [...].
[...] Un po’ perché è la mafia che ha fatto una contromossa intelligente, ha finto di scomparire come organizzazione violenta, ha ridotto drammaticamente i tassi di violenza e quindi l’attenzione e l'allarme sociale verso di essa [...]
[...]Ha cambiato strategia, si è collegata di più con la corruzione politica, fa più business, spara molto di meno, e Cosa Nostra ha anticipato quello che è stato un trend, un cambiamento di tutta la criminalità mondiale che ha fatto più o meno la stessa cosa qualche anno dopo Cosa Nostra [...].
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Non sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.
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