Bruxelles, 11 nov. 2010
«Il mio rapporto sulla nuova strategia dell´Europa in Afghanistan è diventato patrimonio dell´intero Parlamento europeo, che lo ha approvato quasi all´unanimità. Ho lavorato un anno intero per raggiungere questo risultato. Sono stato in Afghanistan, dove ho potuto approfondire i temi del mio rapporto con tutti gli interessati, dal Presidente Karzai ai vertici ISAF, dagli emissari dei Talebani ai diplomatici europei, russi, pakistani e degli altri paesi della regione. Ho concluso che era necessario un radicale ripensamento di tutta la strategia finora seguita dall´Europa. Dovevamo smettere di andare a rimorchio degli errori americani, anche per dimostrare in questo modo la sincerità della nostra amicizia nei loro confronti», dichiara Pino Arlacchi. eurodeputato del Gruppo liberaldemocratico ed ex-vicesegretario generale dell´ONU.
«Mi considero un veterano dell'Afghanistan, dove ho messo piede per la prima volta nel 1997, e dove ho incontrato i capi talebani dell´epoca, che controllavano il 90% del paese, per convincerli a smettere di consentire la coltivazione dell´oppio. La mia visita si svolse con il pieno beneplacito degli USA e del segretario generale dell´ONU Kofi Annan. Dopo anni di pressioni e di sanzioni sui talebani, siamo riusciti ad ottenere nel 2001 la cessazione delle coltivazioni per un anno. Il mio lavoro di oggi è la continuazione di quella esperienza, per la quale ho ricevuto, ma solo in Italia, alcune critiche malevole. Ma non ho fatto altro che anticipare di 13 anni ciò che la comunità internazionale inizia a fare oggi. Se si fosse seguito subito il mio approccio si sarebbe risparmiata una guerra costata finora oltre 10mila morti e 300 miliardi di dollari», conclude Arlacchi.