21 gennaio 2014
I recenti sviluppi nei paesi del partenariato orientale europeo hanno dimostrato il fallimento della politica dell'UE nei loro confronti. Si può infatti affermare che la maggiore carenza della nostra politica orientale è di aver seguito passivamente la strategia degli Stati Uniti nella regione, con il suo profilo antirusso e basato sullo scontro delle civiltà. Le politiche euroamericane sono state inoltre caratterizzate da altri errori. Prima di tutto, vi era il pretesto di esportare qualcosa, ovvero la democrazia del libero mercato, che non può essere esportata poiché, se da un lato è già potenzialmente presente ovunque a causa della sua universalità, dall'altro necessita di un proprio tempo e di propri strumenti per svilupparsi e instaurarsi.
In secondo luogo, l'UE ha dato il proprio sostegno e la propria fiducia a forze locali interessate solo in apparenza ai valori e alle istituzioni occidentali, ma che in realtà desideravano potere e denaro ed erano pronte a cambiare parte e utilizzare l'ultranazionalismo e lo sciovinismo per rimanere a galla.
Molti osservatori ritengono che, al fine di promuovere una cooperazione proficua con i paesi del partenariato orientale, l'UE e gli Stati Uniti avrebbero dovuto adottare un approccio totalmente diverso nei confronti della Russia e dell'Iran, le due forze più influenti della regione.
Alla luce dei recenti eventi e a seguito del vertice di Vilnius:
1. Quali misure intende adottare l'UE per modificare e rilanciare le sue relazioni con i paesi del partenariato orientale?
2. Ritiene l'Alto rappresentante che l'UE debba imparare dagli errori del passato e discostare le sue politiche da quelle degli Stati Uniti abbandonando l'approccio da Guerra fredda e segnando un'inversione di rotta verso la cooperazione e la pace?
E-000440/2014
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000440/2014
alla Commissione (Vicepresidente / Alto rappresentante)
Articolo 117 del regolamento
Pino Arlacchi (S&D)
[source:www.europarl.europa.eu]