L'ECONOMIA REALE E' SULLA VIA DELLA SETA

La mia analisi su Cina, Asia Orientale e Via della seta continua con questo contributo pubblicato oggi da "Il Fatto quotidiano".

L’ECONOMIA REALE E' SULLA VIA DELLA SETA
di Pino Arlacchi | 27 Marzo 2019

È inutile minimizzare, e ridurre quanto accaduto nei rapporti tra Italia e Cina a un semplice scambio di cortesie commerciali e di finezze su Marco Polo e Matteo Ricci (il gesuita del 500 divenuto mandarino cinese). Una volta tanto, i governanti italiani l’hanno azzeccata in pieno, entrando per primi nel più grande gioco geopolitico messo in piedi dai tempi della Conferenza di Bretton Woods del 1944 in poi, e dalla fondazione delle Nazioni Unite l’anno dopo.

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CINA, E' VIA DELLA SETA O VIA DELL'IGNORANZA?

Di seguito potete trovare il mio contributo alla discussione sulla Via della Seta pubblicato ieri mattina sul Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/…/cina-e-via-dell…/5052482/)

"Il Fatto Quotidiano", 21 marzo 219

(https://www.ilfattoquotidiano.it/…/cina-e-via-dell…/5052482/)

La visita del presidente cinese per la firma dell’accordo sulla “nuova via della seta” ha dato luogo a un dibattito politico-mediatico inconcludente e povero di contenuti. Anche chi difende le ragioni dell’accordo dimostra una conoscenza a dir poco incerta delle sue premesse e delle sue implicazioni. Ciò si deve a un fondamentale vuoto di conoscenza sulla Cina che viene sostituito da uno schema mentale tanto facile quanto sbagliato: Cina eguale a Stati Uniti. Il Paese di Xi Jinping è – per la quasi totalità dei commentatori italiani di politica estera e per gli sprovveduti leader dell’opposizione e del governo – nient’altro che una replica autoritaria della superpotenza americana.

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TRADUZ. INGLESE MIA ANALISI SU "IL FATTO QUOTIDIANO" DEL 9 MARZO 2019

USA AGAINST VENEZUELA: DO NOT TOUCH THE DOLLAR IF YOU DON’T WANT TO DIE

by  Pino Arlacchi
UN Undersecretary General 1997-2002
March 10, 2019

The clash between the Government of the United States and Venezuela has almost reached the threshold of armed intervention, and if this will not occurr it will be only because the ongoing barbaric siege to the country's economy is able to achieve the same result.   

But there are still grey areas, in my view, about the reasons of the American fury. It cannot be taken for granted that this is only the compulsive action of an aggressive great power, which from 1945 onwards intervened 67 times abroad to overthrow unwelcomed regimes.

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TRADUZ. SPAGNOLA MIA ANALISI SU "IL FATTO QUOTIDIANO" DEL 27-2-2019

“Yo, exsecretario adjunto de la ONU, les explico el gran engaño entre Wall Street y el petróleo, sobre la crisis en Venezuela”

Por Pino Arlacchi

Si alguna lección se aprende al dirigir una gran organización internacional como la ONU, es que en las cosas del mundo, la verdad de los hechos raramente coincide con la versión oficial. Las ideas dominantes, como solía decir el viejo Marx, siguen siendo las de la clase dominante. Y el caso de Venezuela en estos días se configura en términos de un gigantesco engaño informativo dirigido a encubrir la opresión contra un pueblo y el saqueo de una nación.

El principal mito a desenmascarar se refiere a las causas de fondo del drama venezolano. Los medios occidentales no han dudado en señalar a los ejecutivos que accedieron al poder después de la elección del “dictador” Chávez como presidente en 1998 como únicos responsables de la crisis, ocultando la causa más importante: las bárbaras sanciones estadounidenses contra Venezuela decididas por Obama en 2015 y profundizadas por Trump en 2017 y 2018.

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DOLLARI&PETROLIO: PERCHE' L'AMERICA AZZANNA CARACAS

di Pino Arlacchi

"Il Fatto quotidiano", 9 marzo 2019

Lo scontro tra il governo degli Stati Uniti e il Venezuela ha quasi raggiunto la soglia dell’ intervento armato, e se questo non avverrà sarà solo perché l’ attuale barbaro assedio all’ economia del paese è in grado di ottenere lo stesso risultato.   

Ma esistono varie zone d’ombra, a mio avviso, sulle motivazioni della furia americana. Non è scontato che essa sia soltanto il riflesso condizionato di una potenza aggressiva, che dal 1945 in poi è intervenuta 67 volte all’ estero per rovesciare governi non graditi.

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BIBLIOGRAFIA E SITI WEB SULLA CRISI DEL VENEZUELA

• ALBA, What is the ALBA?, https://albainfo.org/what-is-the-alba/.

 • Alberto Acosta,  “La auditoría de la deuda e(x)terna ecuatoriana, ” XX, 11 October 2016, INREDH, https://www.inredh.org/index.php?option=com_content&view= article&id=22&Itemid=3.

 • Romulo Betancourt, Oil and Politics, Boston 1979.

 • Rachael Boothroyd Rojas,  “Venezuela Petitions UN to Accompany Presidential Elections, Opposition Announces Boycott, ” Venezuelaanalysis.com, 21 February 2018, https://venezuelanalysis.com/News/13676.

 • James M. Boughton, The IMF and the Silent Revolution: Global finance and development in the 1980s, International Monetary Fund, 2000.

 • Marilia Brocchetto,  “Venezuela asks UN for help as medicine shortages grow severe, ” CNN, 25 March 2017, https://edition.cnn.com/2017/03/25/americas/ venezuela-maduro-un/index.html

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IL GRANDE IMBROGLIO SUL VENEZUELA

Uno studio controcorrente

Nel momento in cui il supremo teorico della guerra non-occidentale, Sun Tzu, affermava  che l’ arte della guerra si basa sull’ inganno esistevano solo le guerre dichiarate e combattute con le armi della violenza fisica.

Ma l’ insegnamento del teorico cinese era abbastanza profondo da dimostrarsi valido anche oggi, in tempi di guerra coperta, non convenzionale, combattuta con le armi dell’ economia e soprattutto della finanza. Dove l’ inganno consiste nella disinformazione e la disuguaglianza tra le parti contrapposte si basa sul possesso o meno dei mezzi di disinformazione di massa.

Se c’è una lezione che ho imparato dirigendo una parte non trascurabile dell’ ONU è che, nelle cose del mondo, la verità dei fatti raramente coincide con la sua versione ufficiale. Anche in tempi di pluralismo informativo come i nostri, le idee dominanti  - come diceva il vecchio Marx – sono ancora quelle della classe dominante. Che rivolta cose e fatti a suo uso e consumo.

Dietro ogni guerra c’è una menzogna.

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UN PO' DI EUROPEISMO DI SINISTRA

"La Bce deve immettere 800 mld l'anno per sostenere l'economia reale"

di Nicola De Muro
26 Febbraio, 2019

A sostenerlo è il sociologo Pino Arlacchi, ex euro-deputato e una delle massime autorità mondiali in tema di criminalità e sicurezza, e per anni ai vertici del sistema Onu, di cui è stato anche vice-segretario generale.

“Conosco Draghi e so che lui vorrebbe una politica monetaria diversa. Si è spinto ai massimi consentiti, ma gli è impedito di andare oltre”. Arlacchi spiega chi e cosa impedisce a Draghi di sostenere veramente l'economia reale. “Con il Quantitative Easing sono stati immessi, dal nulla, 2.500 miliardi. Una cifra enorme. E sono state salvate solo le banche. Perchè non fare lo stesso per salvare e far ripartire l'Unione Europea?”.

Nell'intervista, poi, altre riflessioni, libere e impertinenti. Gli Usa fanno guerra anche economica a chiunque osi mettere in discussione il dollaro, ecco il vero motivo della sfida a Maduro in Venezuela, così come contro la Russia, la Cina e l'Iran. E poi, l'Unione Europea dovrebbe cogliere l'opportunità offerta da Trump di ritirarsi dalla gendarmeria del mondo. L'Ue si sganci, quindi, dal baricentro Usa e vada verso Est: la vera vocazione europea è la Russia. E anche la Cina.

 

RIECCOMI!

Cari amici, dopo una lunga assenza mi rifaccio vivo. E devo spiegare innanzitutto le ragioni della mia scomparsa da Twitter, sito e Facebook per un tempo così esteso. Non la faccio lunga, anche perché la mia assenza è dovuta a un motivo molto semplice: avevo bisogno di stare con me stesso, riflettere, leggere e poi scrivere.

Cioè sfruttare il più grande privilegio che ho ricevuto dalla sorte: quello di scegliere il tempo del pensiero e quello dell'azione, visto che non è possibile fare le due cose contemporaneamente.

Lasciato il Parlamento europeo quasi 5 anni fa, mi sono impegnato in una riflessione su quanto avevo fatto, cercando di ampliare i miei orizzonti e le mie chiavi di lettura. Il risultato consiste in due libri. Il primo è stato appena pubblicato, e il secondo vedrà la luce in autunno.

Nei prossimi mesi, fino a Giugno, sarò impegnato in una serie di presentazioni e discussioni pubbliche su "I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia ed i movimenti che lo combattono".

Su questo sito e sul mio Facebook troverete date e luoghi degli eventi, e qui troverete anche un estratto del volume, pubblicato da Chiarelettere.

Sono contento di essere tornato tra voi, con qualcosa in più da dire sulla giustizia, l'Italia, l'Europa e il resto del mondo.

9 febbraio 2019

 

COPERTINA VOLUME "I PADRONI DELLA FINANZA MONDIALE"

“Studio e combatto da una vita il capitalismo predatorio. Sono partito dai suoi livelli più infimi e violenti, quelli delle mafie e dei mercati criminali, e sono arrivato ai suoi piani più elevati e rarefatti, dove non si usa il diritto della forza ma la forza del diritto. Cioè il furto e la frode su vasta scala protetti da norme e da prassi create ad hoc... nella totale indifferenza nei confronti della legalità e dell’etica.”

Ecco la minaccia più grave che incombe sul pianeta: l’attuale sistema finanziario ultraglobalizzato, che deprime la crescita economica, aumenta la disuguaglianza, impoverisce la gente, e diffonde insicurezza e paura del futuro. Sono quasi cinquant’anni che il capitalismo dei mercati finanziari ha preso il potere in Occidente. La sua ideologia è il neoliberismo, un pensiero unico che prevale nel mondo accademico, nella società civile e nella politica, a destra come a sinistra. L’Unione europea ne è diretta espressione e la superburocrazia che la governa in condizioni di pesante deficit democratico agisce con la complicità dei media, per lo più allineati a questo strapotere. Ma i padroni del mondo attuale non sono inamovibili. Come spiega Arlacchi, sono in campo contromovimenti che li combattono. L’economia sociale di mercato della Cina e dell’Asia orientale già contrasta la deriva neoliberista. E stanno inoltre emergendo formazioni di riformatori, conservatori, fascisti, socialisti e populisti prodotte da un grande scontento verso il mercato che mobilita tutti, da Corbyn a Trump a Le Pen. È questo il dato nuovo. All’orizzonte ci sono il declino dell’Occidente dominato dal capitale finanziario, il tramonto incruento della tutela americana e un ordine mondiale multipolare più pacifico e progressivo.

 


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Pino ArlacchiNon sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.

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